Como, i primi tepori fanno calare gli ordini

Como, i primi tepori fanno calare gli ordini

Non sono esaltanti i numeri dell’analisi congiunturale realizzata dagli uffici studi di Unindustria Como e Confindustria Lecco e Sondrio nel mesi di aprile. L’andamento dell’economia manifatturiera comasca ha mostrato risultati non in linea con quelli positivi di inizio anno: c’è stata una generale diminuzione delle performance aziendali in termini sia di fatturato che di ordini raccolti.

A pesare potrebbero essere state anche le tante festività ed i ponti durante il mese: l’andamento degli ordini interni rispetto a marzo è risultato in peggioramento per il 42,6% del campione, la stessa quota di aziende con ordini stabili. Gli ordini esteri sono risultati più costanti: più della metà delle aziende (54,5%) non ha rilevato variazioni significative. Il numero delle aziende che ha visto una diminuzione negli ordini dall’estero è invece risultata essere il 34,5%. Questi dati si sono ripercossi sul fatturato delle imprese: oltre la metà del campione (52,8%) ha visto una diminuzione delle vendite di aprile rispetto a marzo, mentre solo il 17% delle aziende è riuscita ad incrementare i ricavi mensili.

Ma le aspettative sono migliori rispetto a quelle registrate nella rilevazione di febbraio: solo il 19,1% delle imprese ritiene che si assisterà a un ulteriore peggioramento della situazione, contro quasi un terzo del campione (32,4%) che ha manifestato ottimismo per le prospettive future. Il 17,9% delle imprese ha ordini programmati per oltre un trimestre, una quota in aumento significativo rispetto a quelle registrate nelle osservazioni precedenti, di poco superiori al 10%. Il 41,8% del campione ha invece ordini sufficienti a coprire la produzione di qualche mese.

“Aprile – commenta Fabio Porro, presidente di Unindustria Como – potrebbe essere definito come il mese della speranza. A fronte di dati che mostrano un peggioramento del quadro economico rispetto al mese precedente, infatti, il nostro campione evidenzia ottimismo per le aspettative future. Nonostante la contrazione investa uno dei settori principali della nostra provincia, il tessile – abbigliamento i cui dati si ripercuotono sulla media in maniera determinante, l’auspicio è che i prossimi eventi fieristici mondiali possano in qualche modo invertire questa tendenza. E’ evidente che dobbiamo abituarci a questi andamenti altalenanti anche se andrebbero neutralizzati attraverso interventi di politica industriale capaci di ridare slancio alla domanda. Il piano Industria 4.0 è sicuramente uno strumento importante, ma non possiamo affidarci solo ad esso. Vogliamo vedere la concretizzazione di politiche fiscali capaci davvero di incentivare consumi e domanda – conclude Porro – come la riduzione del cuneo fiscale almeno per i nuovi assunti ma anche la semplificazione degli adempimenti burocratici che gravano sulle imprese rappresentando dei veri e propri costi indiretti che i nostri competitors esteri di certo hanno in misura molto inferiore”.

A seguire tutta la nota sulla congiuntura

I DATI AGGREGATI DI COMO, LECCO E SONDRIO

I dati elaborati nell’ambito dell’Osservatorio rapido relativo al mese di aprile 2017 condotto dai Centro Studi di Unindustria Como e Confindustria Lecco e Sondrio delineano uno scenario dove prevale la stabilità, pur mostrando alcuni segnali di rallentamento rispetto a marzo.

Per quanto riguarda i principali indicatori, nel caso della domanda e dell’attività produttiva il giudizio prevalente delle imprese del campione è quello di stabilità, a cui si affianca una maggior incidenza delle indicazioni di riduzione rispetto a quelle di crescita; nel caso delle vendite emerge invece la diminuzione.

Nel dettaglio, la domanda è stabile per circa un’azienda su due, sia a livello nazionale, sia in relazione agli scambi con l’estero. Viene comunque registrata una decelerazione per gli ordini domestici (42,3% del campione) e per l’export (32,2%).
L’attività produttiva segue sostanzialmente le dinamiche evidenziate per la domanda, con stabilità per il 51,6% del campione, diminuzione per il 37,6% e aumento per il restante 10,8%.
In discesa il tasso di utilizzo della capacità produttiva mediamente impiegata in aprile che passa da quota 79,7% di febbraio al 74%.
Sul fronte delle vendite emerge una decelerazione per oltre un’azienda su due (52,7%) mentre i fatturati risultano stabili per il 30,8% delle imprese e in crescita per il 16,5%.

Le ipotesi sull’andamento delle prossime settimane descrivono un parziale cambio di marci: le previsioni sono orientate prevalentemente alla stabilità (56%) ma i casi di aumento (26,7%) risultano più diffusi rispetto a quelli di rallentamento (17,2%).

I casi di insolvenza e i ritardi di pagamento da parte dei clienti, che penalizzano circa un’impresa su due, e il limitato orizzonte di visibilità del portafoglio ordini, inferiore a tre mesi per l’80% del campione, restano elementi penalizzanti per le imprese.
I costi di approvvigionamento delle materie prime, visti in aumento in aprile per oltre un terzo delle imprese (38,3%), sono un ulteriore fattore di criticità.

Nei rapporti tra le imprese e gli Istituti di credito si registra generale stabilità delle condizioni; risultano però in aumento, per oltre un’impresa su cinque, le spese e le commissioni applicate dalle Banche rispetto alla situazione di marzo.

Lo scenario occupazionale resta comunque stabile, con previsioni che confermano il mantenimento dei livelli anche nei prossimi mesi.

GLI ORDINI
L’indicatore associato alla domanda delle imprese di Como, Lecco e Sondrio mostra una decelerazione che interessa sia gli ordini sul mercato domestico, sia le esportazioni.
Il giudizio prevalente è di stabilità, che riguarda quasi la metà del campione; tuttavia, in caso di variazione, le indicazioni di diminuzione della domanda sono superiori a quelle di aumento.
Per quanto riguarda la domanda interna, si registra stabilità nel 44,5% dei casi, aumento nel 13,2% mentre diminuzione nel restante 42,3%.
L’export risulta invece stabile per il 56,8% delle imprese del campione, in diminuzione per il 32,3% e in aumento per il 10,9%.

LA PRODUZIONE
L’attività produttiva delle realtà dei tre territori segue sostanzialmente quanto esaminato per la domanda. Si registra infatti un mantenimento dei livelli per oltre un’azienda su due, a cui si accompagna una prevalenza di giudizi di decelerazione delle produzioni rispetto a quelli di aumento.
Nel dettaglio il 51,6% del campione comunica stabilità in aprile rispetto al mese precedente, il 37,6% segnala una diminuzione e il 10,8% un incremento dell’attività.
Il tasso di utilizzo medio degli impianti produttivi si attesta a quota 74%, in diminuzione rispetto alla precedente edizione dell’Osservatorio congiunturale (79,7% a febbraio).
Rispetto al dato medio, la capacità produttiva impiegata dalle imprese con oltre 50 addetti risulta superiore a quella utilizzata dalle imprese di dimensioni più piccole. Non si rilevano invece particolari variazioni rispetto ai settori merceologici del campione.

IL FATTURATO
Le imprese di Lecco, Sondrio e Como rivelano una fase di decelerazione per le vendite, confermando l’andamento di ordini e produzione.
L’indicazione preponderante del campione è la diminuzione, indicata nel 52,7% dei casi; nel 30,8% il giudizio riguardo al fatturato è la stabilità mentre nel restante 16,5% si fa riferimento all’aumento.

LE PREVISIONI
Sul fronte delle previsioni le aziende lecchesi, sondriesi e comasche comunicano una situazione che si discosta rispetto al quadro di aprile.
Le ipotesi sulle prossime settimane sono principalmente caratterizzate da giudizi di mantenimento dei livelli (56%). Tuttavia, in caso di indicazioni di variazione, quelle di crescita (26,7%) risultano prevalenti rispetto a quelle di diminuzione (17,3%).

L’orizzonte di visibilità della domanda, limitato a poche settimane per oltre quattro imprese su dieci (42,1%), continua a rappresentare un elemento di criticità. Per il 37,7% delle aziende gli ordini in portafoglio coprono un periodo di qualche mese, mentre solo per il 20,2% l’orizzonte di visibilità risulta superiore al trimestre.

LE MATERIE PRIME
Come per la precedente edizione dell’Osservatorio, i costi di approvvigionamento delle materie prime continuano a mostrare una tendenza alla crescita e sono quindi un elemento penalizzante per le imprese dei tre territori.
Il 59,1% del campione ha indicato stabilità in aprile rispetto ai listini del mese precedente, oltre un’impresa su tre (38,3%) ha comunicato un aumento, mentre il restante 2,6% ha segnalato un ribasso dei prezzi delle commodities.

LA SOLVIBILITÀ
Le situazioni di insolvenza e di ritardo dei pagamenti segnalate dalle aziende del campione continuano a rappresentare un elemento di criticità per le imprese di Lecco, Sondrio e Como.
Quasi un’azienda su due (46,6%) comunica di aver dovuto far fronte a casi di insolvenza o di ritardo dei pagamenti da parte dei clienti in aprile. Rispetto al mese precedente, la situazione è rimasta per lo più stabile (84,3% dei casi), anche se per il 12% del campione si è ulteriormente aggravata e per il 3,7% ha mostrato un miglioramento.

I RAPPORTI CON GLI ISTITUTI DI CREDITO
Le realtà dei tre territori delineano un quadro di mantenimento nei rapporti con gli Istituti di credito con cui le imprese operano stabilmente. Per il 94% del campione i giudizi riguardanti le condizioni applicate sono stabili, per il 4,3% sono in peggioramento, mentre per il restante 1,7% risultano migliori.
Esaminando nel dettaglio, gli spread e i tassi di interesse applicati sono in aumento per il 6,1% del campione, mentre nel caso delle spese e delle commissioni bancarie sono stati registrati incrementi per oltre un’azienda su cinque (21,7%).
I giudizi espressi dalle aziende riguardo la liquidità aziendale delineano soddisfazione per il 44,9% dei casi, situazioni nella norma nel 30,5% e possibilità di miglioramento per il 24,6%.

L’OCCUPAZIONE
Lo scenario occupazionale per le imprese di Lecco, Sondrio e Como mostra in aprile una conservazione dei livelli. Secondo l’81,4% del campione non si sono verificate variazioni dell’organico, per l’11% è stata registrata una crescita mentre nel 7,6% una diminuzione.
Le aspettative per i prossimi mesi, e riguardanti in particolare il proprio settore di attività, confermano il quadro generale delineato per aprile. I giudizi infatti risultano così ripartiti: stabilità nel 83,8%, aumento nel 9,4% e ribasso nel 6,8%.

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