Il 2015 dell’Unione degli Industriali della Provincia di Varese si chiude con la riunione della giunta per un ultimo bilancio congiunturale, con luci e ombre legate a occupazione e nicchie di eccellenza.
I dati congiunturali sull’andamento degli ammortizzatori sociali dimostrano che la ripresa è ancora lontana mentre i dati di struttura in termini di unità locali e di addetti presenti sul territorio che confermano Varese come una delle province tra le più industrializzate d’Italia.
La cassa integrazione ordinaria è tornata a crescere dopo mesi di rallentamento: tra gennaio ed ottobre sono state autorizzate in provincia di Varese più di 11 milioni di ore di Cassa Integrazione Guadagni Ordinaria (Cigo), l’1,4% in più rispetto ai 10,8 milioni di ore dello stesso periodo del 2014. In forte contrazione, invece, sia la Cassa Integrazione Straordinaria (-40,4%), sia la Cassa in deroga (-80,4%).
In diminuzione anche il ricorso allo strumento della mobilità: 17 aziende per 345 dipendenti. Nello stesso periodo del 2014 le imprese coinvolte furono, invece, 60 per 1.161 dipendenti.
“I dati sull’andamento degli ammortizzatori sociali a livello locale – commenta il presidente dell’Unione Industriali, Riccardo Comerio – sono un richiamo alla prudenza. Un monito a chi considerava superata la fase di crisi. Rispetto alla rilevazione precedente il dato sulla Cassa Integrazione Ordinaria, infatti, conferma anche sul territorio un rallentamento del quadro economico registrato su più fronti a livello nazionale. Rimangono fattori espansivi a cui le imprese guardano ancora con interesse e ottimismo come l’ulteriore calo del prezzo del petrolio, l’euro ancora debole e le nuove misure della Bce. Ma il quadro generale rimane delicato e le attese, anche per i prossimi mesi, rimangono prudenti”.
Migliore il quadro per i principali settori industriali presenti sul territorio: per numero di addetti in Italia Varese è quarta nel settore gomma e materie plastiche, quinta in quello chimico-farmaceutico, ottava nel tessile, abbigliamento e moda (quarta per il solo tessile) e decima per il metalmeccanico.
Tra i singoli comparti che mettono Varese al primo posto del podio nazionale c’è anche la voce “altre industrie tessili”, che comprende, tra gli altri, il tessile casa e i tessuti a maglia. Al terzo posto, tra gli altri, per il finissaggio dei tessuti.
“La competitività di un sistema produttivo locale – commenta ancora Comerio – si basa anche sulla propria capacità di esprimere eccellenze in singole nicchie produttive. Il made in Italy non è solo moda. Il made in Italy è anche meccanica, chimica e gomma. Tutte voci queste fanno del nostro territorio una delle colonne portanti del made in Italy”.
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