Un mercato non brillante come le luci dello skyline di Shanghai ma ancora meritevole di essere seguito con costanza (per i clienti storici e fedeli) e attenzione (verso i nuovi). L’edizione autunnale di Milano Unica a Shanghai, ridotta negli spazi rispetto al passato per alcune defezioni, rispecchia l’attuale situazione del colosso cinese, in movimento costante ma più lento in confronto a qualche anno fa: fine della enorme spinta propulsiva di un’economia in rapida crescita, assestamento dei consumi, graduale processo di occidentalizzazione e crisi economica globale hanno portato ad un ridimensionamento ma la Cina appare tutta tranne che un gigante con i piedi di argilla.
Così la bandiera italiana svetta orgogliosa nella hall 6, uno dei ‘petali’ che compongono il centro espositivo di Shanghai, costruito a forma di quadrifoglio, chissà se in nome della scaramanzia, che da queste parti è una cosa seria. Le poco più di settanta aziende italiane presenti a Milano Unica Shanghai hanno un angolo a loro riservato con gli stessi loghi e gli stessi colori della fiera di Rho, quello che cambia è la differenza con i competitor asiatici: sono quasi 5.000 tutti intorno e la loro presenza si avverte.
“Abbiamo visto dei clienti nuovi – dice Alessandro Jentzsch del Lanificio Cangioli – ed ora dobbiamo capire cosa fanno e come. La novità è che alcuni di loro arrivano dalla zona di Shanghai, che non è quella tipica dei clienti dei lanifici”. E se chiediamo se c’è attenzione verso i prodotti sostenibili la risposta è chiara: “Non è certo la loro priorità”.
“Il calo di adesioni c’è stato perchè le ultime edizioni sono state oggettivamente sotto tono – dice Luca Ricci di Jackytex – ma stavolta l’affluenza mi sembra positiva. Anche perchè i nostri rappresentanti hanno preparato il terreno nelle principali città cinesi. Della collezione, che è la stessa che abbiamo portato anche alle altre fiere, quello che colpisce i clienti è la fantasia”.
Marco Miliotti, di Milior, ha scelto di affidarsi alla tradizione: “Veniamo qui per incontrare i clienti fissi – spiega – perchè preferiamo lavorare con chi conosciamo come serio e affidabile, oltreché valutato dal rappresentante. Non prepariamo niente di specifico per questo mercato, al massimo personalizziamo qualcosa per alcuni clienti”.
Atmosfera distesa e positiva anche tra colleghi di aziende diverse, Matteo Dal Prà di Marzotto e Enrico De Pieri di Albini: “Stiamo andando bene – dice il primo – perchè abbiamo avuto clienti di livello e tutti su appuntamento. Non ci sono spazi per nuovi clienti, magari solo per qualche nuova linea ma di clienti abituali”. La notizia è che tra i clienti ce ne sono un paio attenti anche alla sostenibilità del tessuto che comprano, tipo Icicle. “In realtà – aggiunge De Pieri – noi abbiamo qualche articolo specifico per la Cina, rivolto a quei marchi che vogliono essere sicuri di diversificarsi dagli altri nei negozi”.
“Posso dire di essere mediamente soddisfatto – dice Michele Ferrario di Testa – perchè abbiamo avuto alcuni clienti di buona qualità più un paio nuovi ma da valutare. Molti cinesi comunque si erano già mossi per Milano Unica e quindi la fiera è più che altro un’occasione per vedersi”. Questo sposta il discorso sull’anticipo a luglio di Milano Unica: “Sono più favorevole che contrario – continua Ferrario – perchè ci sono pro e contro. I primi sono il fatto che a settembre molti nostri clienti hanno già chiuso le scelte e che dal punto di vista aziendale i costi si riducono perchè tra Prima e Milano Unica adesso ne rimane una sola; i secondi sono legati ai dubbi proprio sui clienti cinesi, per i quali luglio è forse ancora troppo presto”.
Qualche nube in più invece per Jerome Hanriot, area manager per Canclini, quindi tessuto per camiceria: “Il clima è un po’ tiepido – spiega – ma c’è da dire che già da luglio abbiamo inviato in Cina le precollezioni e quindi il dato dell’affluenza in fiera può essere falsato. Purtroppo questo sta diventando un mercato sul quale non investire molto, da leader che era è quasi il fanalino di coda, cosa che invece non è successa per i lanifici”. Sull’anticipo a luglio per l’edizione milanese invece il parere è positivo: “C’è più bilanciamento di tempi tra le due edizioni – conclude Hanriot – e quindi è un fatto positivo ma bisogna capire tutti, come intera filiera, che c’è da lavorare ad agosto, cambiando abitudini e mentalità”.
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