Biella: cresce la produzione industriale

Biella: cresce la produzione industriale

Un terzo trimestre che si conclude positivamente, ma rimane qualche preoccupazione per la fine dell’anno. Camera di Commercio, Unione Industriale Biellese e Confindustria Vercelli Valsesia diffondono insieme i risultati delle rispettive indagini congiunturali e il dato più significativo è che la produzione è in aumento del 2,0% nel Biellese e dello 0,6% in provincia di Vercelli.

“La produzione industriale è un dato a cui si presta attenzione perché è un’importante chiave di lettura dell’economia –  dichiara Alessandro Ciccioni, presidente della Camera di Commercio di Biella e Vercelli – Se il dato regionale medio parla di una battuta di arresto della produzione, le realtà di Vercelli e Biella in particolare, riescono a mantenere il segno positivo, anche se l’affanno di alcuni settori e le previsioni sul futuro di tanti imprenditori, non possono di certo orientare all’ottimismo. Si intravedono anche segnali di rallentamento nell’economia internazionale e non possiamo dimenticare che il supporto delle esportazioni è sempre stato determinante per i nostri due territori”.

Nel terzo trimestre del 2018 il sistema manifatturiero biellese registra una crescita della produzione industriale nel dato globale, con dati contrastanti tra i diversi settori. Il segnale più incoraggiante è registrato dalla tessitura (+4,9%), mentre più contenute le crescite delle altre industrie (+1,5%) e della meccanica (+1,4%). Stabile la filatura, mentre registrano un dato in contrazione le altre industrie tessili (-1,6%) ed il finissaggio (-1,9%). Risultano in lieve aumento gli ordinativi provenienti dal mercato interno (+2,4%) e da quello estero (+2,5%).
Crescono di poco sia il fatturato totale (+2,0%) che quello estero (+1,2%). Purtroppo però le previsioni non fanno star tranquilli: “I segnali previsionali sull’economia nazionale mostrano preoccupanti rallentamenti, indice di una crescente incertezza che si riverbera anche sulle prospettive degli imprenditori locali  – commenta il vicepresidente dell’Unione Industriale Biellese con delega all’Economia d’Impresa, Emanuele Scribanti –  La mancanza di una politica industriale che metta al centro la crescita e, in generale, la diffidenza rispetto alla realizzazione di infrastrutture che sono condizioni imprescindibili per lo sviluppo non solo dell’economia ma dell’intero territorio, sono elementi che generano molta preoccupazione. A ciò si aggiungono altre variabili importanti per le imprese biellesi: i timori per una stretta nell’accesso al credito derivante dall’esaurirsi della politica monetaria espansiva europea e l’instabilità sugli scenari internazionali dati da una spinta al protezionismo da parte di player centrali come gli Usa”.

Per quanto riguarda Vercelli, nel terzo trimestre il sistema manifatturiero registra un deciso rallentamento della produzione industriale con differenze marcate tra alcuni settori e comparti. La variazione tendenziale grezza della produzione industriale rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente è stata pari a +0,6%:  solo il settore del tessile e abbigliamento (+3,1%) registra un dato incoraggiante.
Per l’immediato futuro i segnali più incoraggianti vengono dall e previsioni degli ordinativi dal mercato estero (+5,4%), meno vivace ma in positivo la domanda del mercato interno (+2,1%). Il fatturato totale cresce debolmente (+0,8%), come anche quello estero (+0,7%).

L’ultimo trimestre del 2018 per l’economia locale si chiude in modo poco omogeneo – afferma il presidente di Confindustria Vercelli Valsesia, Giorgio Cottura – Ovvero se le previsioni degli imprenditori relative all’occupazione continuano ad essere confortanti e quelle relative alle esportazioni vedono un lieve miglioramento, peggiorano invece quelle per i livelli di produttività. Si assiste invece ad un forte calo in merito alla propensione delle aziende a fare investimenti dal momento che solo il 24% ritiene di effettuare investimenti significativi mentre all’inizio dell’anno era oltre il 40% la quota di imprese con piani di investimenti rivolti alla crescita e all’innovazione. Quest’ultimo dato è certamente il più preoccupante in quanto le aziende possono ancora fruire degli incentivi del pacchetto Industria 4.0 e di valori del costo del denaro a livelli ancora ridotti per effetto del quantitative easing. Passando ai singoli settori,  per il settore tessile ed abbigliamento, va segnalato che il saldo per
l’andamento dell’occupazione, se pur in discesa, resta in territorio molto positivo (da 25 a 12,50)”.

 

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