Sono stati presentati i primi estratti principali di “Economia Biellese”, con la la Camera di Commercio di Biella e Vercelli che, in collaborazione con l’Unione Industriale Biellese, ha anticipato un aggiornamento per il 2017 della pubblicazione.
Per il momento sono stati diffusi solo i principali dati della nuova edizione dell’annuario, mentre in settembre verrà presentato il volume completo, insieme ad un aggiornamento dei vari indicatori al primo semestre 2018. “Economia Biellese” è l’annuario statistico provinciale che fotografa l’andamento economico e sociale del territorio laniero attraverso dati e approfondimenti, quest’anno giunge alla 22′ edizione.
“Dai dati – ha detto il presidente della Camera di Commercio di Biella e Vercelli, Alessandro Ciccioni – emergono certamente alcune situazioni di difficile e interlocutoria lettura della realtà biellese, come il dato della produzione industriale che, seppure positivo, consiglia cautela nelle previsioni di lungo periodo, unitamente a segnali più incoraggianti come la ripresa dell’export, in particolare per i settori tradizionali del territorio, una realtà dove il peso e l’importanza dell’industria fanno della manifattura l’insostituibile motore di traino dell’economia. La Camera di Commercio continuerà a lavorare per sostenere e supportare le imprese nel processo di internazionalizzazione, specie in un periodo in cui le notizie di politica internazionale potrebbero avere ripercussioni sulle esportazioni, oltre a svolgere una serie di nuove funzioni in materia di orientamento scolastico e alternanza scuola-lavoro, turismo e digitalizzazione”.
Le conclusioni sono state affidate al vice presidente dell’Unione Industriale Biellese con delega a economia d’Impresa, Emanuele Scribanti: “Il Biellese ha un tessuto manifatturiero resiliente, che nel corso del 2017 ha visto consolidarsi la risalita della produzione industriale soprattutto grazie alle buone performance delle esportazioni: un andamento che prosegue con la consueta prudenza anche nei primi mesi del 2018. Particolarmente interessante nel 2017 è stato l’export dei prodotti tessili (+5,8%), forte di una promozione dei valori distintivi del made in Italy, in primis la sostenibilità, che è stato il leit motiv anche durante le fiere di settore appena concluse. Ora è importante che le imprese possano contare su una certa stabilità e su misure che possano dare ossigeno alla ripresa: mi riferisco, ad esempio, all’accesso al credito, ad una politica internazionale che favorisca il libero scambio quindi l’export e ad una politica industriale che metta al centro l’industria come motore di sviluppo, ad esempio rifinanziando misure che si sono dimostrate utili quali il piano Industria 4.0”.
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