Era nell’aria e il peggior scenario si è configurato: la biellese Brandamour non ha liquidità per pagare i prossimi stipendi. Era nell’aria perchè da tempo non erano rispettate le voci di pagamento previste dal contratto nazionale del tessile moda, a partire dalla previdenza integrativa. Solo gli stipendi, seppure ultimamente in ritardo, erano stati pagati, adesso la società invece non ha più la liquidità necessaria neanche per questi e il consiglio per tutti è almeno di godere le ferie non ancora fruite.
Brandamour è una società per azioni che Matteo Tempia aveva creato con Need di Nicolò Caneparo, inglobando i marchi Ormezzano e Botto Fila e in seguito D’Avenza. Matteo Tempia è ad oggi l’amministratore delegato mentre il fratello Luca è nel Cda.
“Da sei mesi è impossibile dialogare con la proprietà – spiega Filippo Sasso di Cgil – e senza preavviso è stato annunciato che Brandamour sta cercando una procedura per fermare le macchine”. Gli ordini ci sarebbero ma non le materie prime per evaderli.
Alcuni dei 97 dipendenti erano oggi davanti all’Unione Industriale Biellese, mentre all’interno i sindacati cercano di capire che futuro può avere il lanificio.
Brandamour era uno dei marchi coinvolti nell’avventura avviata nel 2016 dal fondo australiano Hermitage Investment di Dubai che aveva stanziato 7 milioni di euro per rilanciare i due storici marchi biellesi, in seguito aumentati con altri 2 milioni lo scorso anno.
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