Brexit, le prime reazioni. Varese trema…

Brexit, le prime reazioni. Varese trema…

Dopo il voto inglese sull’uscita dall’Europa l’Ufficio Studi dell’Unione Industriali di Varese si è messo la lavoro per valutare le conseguenze, che non sembrano positive, anzi.

Da punto di vista dell’export c’è il rischio di perdere dai 6 agli 11 milioni di euro nel 2016 e dai 61 ai 90 milioni nel 2017, almeno giudicando a caldo. Il Regno Unito è il quarto mercato di sbocco per le imprese varesine e il sesto mercato di approvvigionamento: l’export nel 2015 è stato di 565 milioni di euro, in crescita del 5,1% rispetto all’anno precedente; l’import è arrivato a 355 milioni di euro, in aumento del 6,8% rispetto al 2014.

Mezzi di trasporto, macchinari e alimentari i settori più coinvolti: secondo Sace che ha recentemente proposto delle stime sugli impatti di una vittoria del Brexit (leave) e No Brexit (no leave) nel caso in cui il Regno Unito avesse deciso di rimanere nella Ue l’export italiano avrebbe potuto continuare a crescere nel periodo dal 2017 al 2019 del 6,1, 5,2 e 5,3%, mentre la crescita stimata nel 2016 era del 7,6%.

Applicando gli stessi tassi medi annui stimati da Sace per l’Italia ai dati varesini, l’Ufficio Studi dell’Unione degli Industriali della Provincia di Varese stima che l’export del Varesotto verso il Regno Unito in uno scenario base (in cui i pesi dei prodotti esportati verso il Regno Unito da Varese ricalchino la media italiana) avrebbero potuto raggiungere i 607 milioni di euro nel 2016 e i 645 milioni di euro nel 2017. L’incremento rispetto al 2015 sarebbe stato di 43 milioni di euro nel 2015 e di 80 milioni di euro nel biennio. Nel 2019 l’export varesino verso il Regno Unito avrebbe potuto raggiungere i 714 milioni di euro, con una crescita cumulata di 149 milioni di euro.

Ma secondo l’Ufficio Studi Univa questa crescita sarebbe potuta essere ben più rilevante per la provincia di Varese dal momento che il peso delle esportazioni verso il Regno Unito di mezzi di trasporto (il comparto per cui è prevista una crescita maggiore) è superiore per Varese rispetto alla media italiana.

Sempre Sace ha stimato che Brexit potrebbe comportare per l’export italiano verso il Regno Unito una minore crescita di circa 1-2 punti percentuali nel 2016 (pari a 200-500 milioni di euro in meno di beni esportati) rispetto alle previsioni in caso di No Brexit; nel 2017 si potrebbe invece registrare una contrazione dell’export italiano verso il Regno Unito del 3-7%, equivalente a circa 600-1.700 milioni di euro in meno di prodotti esportati. I settori maggiormente colpiti secondo Sace potrebbero essere quelli della meccanica strumentale e dei mezzi di trasporto. Comparti particolarmente radicati nel tessuto produttivo del Varesotto.

A conti fatti quindi per il 2016 l’Ufficio Studi Univa stima che Varese potrebbe subire una riduzione di beni esportati verso il Regno Unito tra i 6 e gli 11 milioni di euro. Per il 2017 tra i 61 e i 90 milioni di euro.

Amareggiato il presidente Comerio: “È un mondo che va così: vince tutto ciò che è contro. In particolare sparare contro l’Europa è diventato sin troppo facile. Le grandi città inglesi hanno votato “remain”, mentre tutto il resto della nazione ha votato per Brexit. Diminuendo il livello di consapevolezza degli scenari economici è aumentato il livello di opposizione verso l’Europa. Mi si spieghi razionalmente, però, come un Paese che importa tutto quello di cui ha bisogno potrà trarre beneficio da questa situazione. Gli svantaggi superano abbondantemente i benefici. È chiaro che tutto questo porterà instabilità e sicuramente l’Europa dovrà rivedere la sua politica. Da questo punto di vista l’Italia dovrà essere presente con contenuti e proposte concrete. Bisogna prima di tutto arginare lo scenario anti-europeista, che se dilagasse per contagio in altri Paesi rischierebbe di fare molto male a tutta l’economia”.

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