A una dozzina abbondante di ore di volo dall’Italia c’è un Paese che vive (anche) di moda con numeri interessanti e che con l’Italia ha un rapporto diretto soprattutto a livello di meccanotessile, perché da queste parti la tecnologia italiana piace, così come il servizio post vendita offerto dalle aziende.
Carlos Eduardo Botero Hoyos è il presidente di Inexmoda, la società che organizza Colombiatex, ed il giorno che precede l’inizio della fiera ha voluto dedicarlo ad un incontro con la stampa nazionale e internazionale. In una selva di latinoamericani e qualche statunitense (ma il nome sul badge denota chiare origini in paesi di lingua spagnola) c’è anche La Spola, pronta a raccogliere gli spunti offerti dal presidente.
“Inexmoda – ha esordito Botero presentando il team di collaboratori – è una società privata organizzatrice di saloni e fiere, quattro delle quali in Colombia dedicate al mondo della moda e del tessile, ma anche a New York e Barcellona per meeting e incontri tra gli addetti ai lavori”.
Quali sono i numeri del tessile colombiano?
I due principali pesi in cui esportiamo sono gli Usa (172 milioni di dollari) e il Messico (56 milioni), grazie anche ai trattati commerciali tra i vari paesi. Più che altro inviamo abiti e importiamo (rispettivamente per 120 e 54,7 milioni) tessuti e filati. Abbiamo il problema del plagio e dell’illegalità come altrove ma soprattutto a livello economico più che di stile.
Dove nascono questi problemi? Ha un ruolo anche la potenza cinese?
Le nostre frontiere sono molto ampie e facilmente attraversabili anche con camion e container. Insieme agli altri paesi stiamo lavorando per renderle sempre meno penetrabili e più protette. Per quanto riguarda la Cina qui in Colombia non è un fattore, almeno non quanto nei paesi asiatici. Qui, in condizioni di legalità, siamo in grado di competere con tutti e per ora non c’è un terreno fertile per la Cina.
Perché il Brasile è stato scelto come paese ospite di Colombiatex 2018?
Perché crediamo molto nel Mercosur (Brasile, Argentina, Venezuela, Uruguay e Paraguay, ndr) e ne conosciamo le opportunità commerciali.
Tema sostenibilità. Cosa fa il tessile colombiano a riguardo?
Al di là dei consumi, soprattutto di acqua, ai quali le nostre aziende stanno attente e investono in tecnologie, abbiamo il grande problema dello smaltimento di abiti usati. Consumiamo tre miliardi di abiti l’anno e questo è un problema, soprattutto nelle nazioni dove c’è una ampia rotazione delle stagioni.
A maggio, dopo tanti anni, la Colombia tornerà al voto per eleggere il nuovo presidente. Cosa vi attendete?
In realtà abbiamo molti dubbi. A prescindere dai candidati e dalla parte politica di appartenenza non mi pare che ci siano programmi e idee particolari per il settore della moda.
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