Un mese dopo la fine di aprile arrivano da Como i consueti risultati dell’indagine congiunturale di Unindustria Como, dalla quale traspare una situazione di stabilità. “Non è una cosa che ci entusiasma – sottolinea il presidente Fabio Porro – perché la sensazione è che sia il frutto di una attesa generalizzata, mentre avremmo preferito leggere dati più incoraggianti. È probabile che le tensioni internazionali come, ad esempio, le reciproche minacce commerciali tra Usa e Cina, e il dilatarsi di una crisi tutta italiana rispetto ad un Governo che ha avuto una lunga e travagliata gestazione e solo in questi giorni ha visto la luce, abbiano indotto alla prudenza. Da parte nostra non possiamo fare altro che continuare a porre all’attenzione di tutti la necessità di una politica industriale che riesca a spingere una crescita reale che sembra non riuscire mai a partire in modo definitivo. E il percorso giusto può essere imboccato solo attraverso stimoli alla produttività, alla digitalizzazione, all’internazionalizzazione, all’innovazione. Tutte leve indispensabili per poter competere a livello globale”.
La stabilità si è concretizzata soprattutto sul versante degli ordini raccolti, sua per le piccole imprese che per quelle di maggiori dimensioni: a frenare è stato però il tessile, con la maggioranza delle aziende del comparto che hanno segnalato performance peggiori rispetto al mese di marzo.
In aprile quasi la metà delle imprese ha rilevato un livello di domanda interna (45,7%) ed estera (47,7%) stabile. Il saldo tra le imprese che hanno visto crescere gli ordinativi e quelle che hanno segnalato una diminuzione della domanda è leggermente negativo sia per il mercato italiano (31,9% contro 22,3%) che per quello estero (27,9% contro 24,4%). Quasi due imprese su tre (63,5%) hanno comunque ordini in portafoglio sufficienti per coprire la produzione relativa a oltre un mese di attività, per il 9,7% superiori a un trimestre. Il livello della produzione industriale è rimasto invariato per il 54,5% del campione.
Le aspettative degli imprenditori comaschi per il futuro sono prudenti: il 67,7% si aspetta nelle prossime settimane altra stabilità ma continua a preoccupare l’aumento dei prezzi delle materie prime.
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