Il 2017 non è un anno che rimarrà scolpito nei cuori degli imprenditori serici comaschi. Nei giorni di Milano Unica arriva il preconsuntivo dell’annata e alla voce fatturato c’è un -2-3% che abbatte un po’ il morale, visto che l’anno era iniziato all’insegna della stabilità, almeno sotto il profilo monetario, mentre il secondo ed il terzo trimestre erano stati negativi.
Novembre e dicembre hanno consentito di recuperare buona parte delle perdite ma alla fine il segno negativo rimane. Nel distretto sono comunque presenti dinamiche assai diversificate tra le singole aziende e tra le diverse merceologie: “Abbiamo lasciato alle spalle un anno non facile – commenta Andrea Taborelli, presidente del Gruppo Filiera Tessile di Unindustria Como (nella foto)– ma nel periodo finale il mercato ha avuto una fiammata e vi sono aziende che hanno iniziato il 2018 con un effetto di trascinamento positivo”.
Il distretto, per i suoi tessuti ed i suoi accessori, destina direttamente all’esportazione più della metà di quanto produce e la propensione all’export raggiunge il 75%, se si considerano anche le vendite di capi confezionati made in Italy fabbricati con tessuti comaschi. La tendenza è stata incerta anche sui mercati esteri. La Francia e la Germania si sono indebolite, la Svizzera ha perso parecchio terreno, viceversa sono risultate positive la Spagna (per il secondo anno consecutivo), il Regno Unito, gli Stati Uniti e la Cina, che ormai è divenuta uno dei principali mercati. Il tessuto per abbigliamento femminile, che rappresenta i due terzi del fatturato serico complessivo, ha fatto registrare una leggera diminuzione ma con il recupero nell’ultimo trimestre davvero rilevante. Si è constatato anche un’accentazione del ricorso alle fibre chimiche continue, nel momento in cui le quotazioni del filo di seta, in Cina, hanno avuto un balzo del 30%, nell’arco dei dodici mesi.
La cravatteria ha subito un ulteriore ridimensionamento, per effetto della continua riduzione del consumo di questo prodotto. La flessione è stata più accentuata nel mercato europeo, l’Asia ha evidenziato maggiori segnali di tenuta. L’accessorio tessile (foulards, scialli, sciarpe, stole, bandane) ha chiuso il 2017 con una flessione che è maturata nei mercati esteri, dove è destinata la maggior parte delle vendite. Anche in questo caso la perdita ha avuto origine in Europa, i mercati asiatici ed americani sono stati più soddisfacenti. Ora il carosello delle fiere: “Sarà utile per capire – conclude Taborelli – se il positivo andamento dell’ultimo trimestre è destinato a spegnersi, o se rappresenta l’inizio di una fase più favorevole, come ci auguriamo”.
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