La giunta della Regione Toscana ha approvato la costituzione di un tavolo che si occuperà dei principali settori produttivi toscani per i quali esiste ad oggi un problema di chiusura del ciclo di produzione per favorire il reimpiego degli scarti condividendo con le imprese e le associazioni di categoria una serie di attività di ricerca e innovazione volte a favorire le migliori forme di riuso, riciclo e recupero.
Tra le lavorazioni individuate c’è ovviamente anche il tessile. Presieduto dal presidente della Regione Enrico Rossi, il tavolo sarà composto dagli assessori all’ambiente Federica Fratoni, attività produttive, Stefano Ciuoffo e ricerca Monica Barni. Inoltre da Arpat, Arrr e Irpet, insieme a rappresentanti delle università della Toscana e di altri istituti di ricerca come Cnr, Enea e Istituto Italiano di tecnologia, dalle associazioni degli imprenditori dei settori produttivi, e dai presidenti dei comitati di indirizzo dei Distretti Tecnologici che corrispondono ai settori produttivi indicati.
“Questa – ha detto il presidente Rossi – è una delibera che si inserisce in una strategia più complessiva, quella di declinare anche in Toscana in modo virtuoso i principi dell’economia circolare sui quali l’Europa punta in maniera prevalente. E’ chiaro che non possiamo parlare solo di rifiuti urbani quando i quattro quinti dei rifiuti prodotti vengono dai processi produttivi, cioè dalle nostre aziende. I rifiuti rappresentano davvero un valore e tale valore deve essere messo a patrimonio comune. E’ una nuova frontiera che vogliamo seguire in modo concreto, coinvolgendo tutti i soggetti che a vario titolo sono parte del percorso, per fare della Toscana un modello a livello europeo”.
“Quindi l’idea è quindi quella costituire tavoli di confronto sistematici con i distretti produttivi toscani arricchiti dei nuovi distretti tecnologici recentemente costituiti – ha proseguito l’assessore Fratoni – che consentano di stimolare la giusta innovazione e ricerca per realizzare la chiusura del ciclo produttivo, mi riferisco ad esempio ai tessili, al cuoio, al lapideo, cartario. Da un lato riduciamo il conferimento in discarica e dall’altro sviluppiamo economia e occupazione. Ci siamo concentrati anche sui rifiuti urbani perché volendo raggiungere il 70% di raccolta differenziata al 2020 dobbiamo fare in modo che le frazioni differenziate vengano effettivamente avviate a recupero”.
In Toscana nel 2015 il settore tessile ha prodotto 80 mila tonnellate di rifiuti.
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