La voce autorevole del tessile è arrivata di nuovo a Bruxelles grazie all’idea di più di 30 associazioni di categoria, tra cui Smi-Sistema Moda Italia. A fare il portavoce è stato Alberto Paccanelli, presidente di Euratex, che al board of directors della confederazione europea del tessile-abbigliamento ha presentato in anteprima, anche a Daniel Calleja Crespo (direttore generale della DG Ambiente della Commissione Europea), le proposte preliminari del nuovo Circular Economy Action Plan for the Textile Value Chains, il cui obiettivo è affrontare al meglio le sfide in ambito ambientale, sociale ed economico del Vecchio Continente.
La strategia di Euratex si chiama Prospering in the Circular Economy 2019 e si basa su 12 punti chiave, sei condizioni e 38 proposte specifiche, attuate in nove azioni, come appurato al termine di un lavoro collettivo che ha riguardato Euratex, le associazioni nazionali e di settore e un centinaio di aziende europee.
Collaborazione da monte a valle della filiera, valutazione selettiva di costi e benefici del riciclo, incremento della domanda di prodotti in materiali riciclati per ridurre i costi, incentivare il design di prodotto orientato alla sostenibilità, organizzazione razionale della raccolta e dello smistamento dei tessili dismessi, educare il consumatore finale tra gli obiettivi da perseguire. Richiesti anche investimenti in innovazione e marketing.
Le sei priorità sono sicurezza, rispetto di una gerarchia basata su usa meno/ripara/riutilizza e ricicla, consapevolezza che le soluzioni sono tante, rispetto della legge, investimenti nella crescita delle Pmi. Ad inizio 2020, sul sito di Euratex, verranno pubblicati ulteriori aggiornamenti sul piano d’azione per i tessili circolari.
Intanto tra i sottoscrittori dei Voluntary Commitments, le azioni intraprese dai singoli in un’ottica di sostenibilità, ci sono Marchi&Fildi, Eurojersey, Successori Reda, Angelo Vasino, Candiani, Achille Pinto e Alfredo Grassi.
Nella foto, dal profilo Twitter di Euratex, Paccanelli e Calleja Crespo
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