Il tessile pratese tra Milano e Parigi

Il tessile pratese tra Milano e Parigi

Oggi a Milano, tra una settimana a Parigi: i tessuti pratesi sono in mostra a Milano Unica e lo saranno a Première Vision forti di una produzione che nel 2018 è cresciuta del 3,2%, quindi con aspettative positive ma anche incertezze sul quadro internazionale.

Francesco Marini

Le previsioni per la produzione tendenziale dei primi mesi dell’anno, raccolte tra l’ultima settimana di dicembre e la terza di gennaio, mantengono una intonazione positiva: “Siamo fiduciosi ma molto lontani da ogni trionfalismo – commenta Francesco Marini, coordinatore del Gruppo Produttori di tessuti della sezione Sistema moda di Confindustria Toscana Nord  – e le scelte strategiche fatte dalle imprese tessili di Prato, ciascuna a suo modo ma anche con tratti comuni facilmente individuabili, consentono di dare risposte a un mercato che richiede con sempre maggior insistenza sostenibilità, servizio e proposte accattivanti. Tuttavia non mancano i motivi di preoccupazione, con i segnali non positivi che arrivano dai dati sull’economia italiana e con le tensioni createsi sui mercati internazionali di fronte a prospettive di possibili ostacoli alla libera circolazione delle merci; anche le incertezze sulla Brexit si fanno sentire, così come le prestazioni non brillanti di molte economie nazionali europee. A questo si aggiungono criticità più specifiche che investono le imprese nostre e di tutta la filiera, dall’incremento dei costi energetici e delle sostanze chimiche al problema rifiuti. Quest’ultimo tema impatta marginalmente sui lanifici in maniera diretta, ma ci riguarda in quanto segmento della filiera; solidarizzo con i colleghi delle lavorazioni, giustamente indignati per le difficoltà che incontrano nello smaltimento. E’ veramente incredibile che si debbano sprecare tempo, energie e risorse, minando la competitività di intere filiere, per gestire problemi di questo genere”.

Fra gli elementi potenzialmente critici per il futuro vi sono anche le dinamiche dell’export verso i paesi europei. Dal primo mercato dei tessuti pratesi, la Germania, che già nel 2018 ha segnato il passo (-1,2%), arrivano notizie non rassicuranti circa l’andamento dell’economia nazionale ma complessivamente nel 2018 (primi tre trimestri) le esportazioni di tessuti pratesi hanno registrato una stabilizzazione (+0,5% in valori rispetto al 2017). I paesi europei (71% delle destinazioni estere totali) hanno segnato -1,1%, mentre l’Asia (19% dell’export 2018) è cresciuta del +2,1%. Seguono le Americhe con il 6% di quota e un aumento del +3,5% e l’Africa (4% di quota) con un aumento 2018 del +28%. I percorsi delle vendite all’estero non sono sempre facili da decifrare, dato che il paese di destinazione delle merci è talvolta quello di lavorazione e non quello da cui commercialmente parte l’ordine.

“Il nostro punto di forza – prosegue Marini – è sempre stato e continua a essere il prodotto. Quella che ci attende adesso è una nuova sfida, che fa seguito alle molte che abbiamo affrontato negli anni. Non bastano più la creatività, la qualità, la bellezza di un tessuto. E’ sempre più importante il fattore sostenibilità, ma occorre anche che le proposte che sottoponiamo ai nostri clienti abbiano per così dire una storia da raccontare, connotazioni uniche che le distinguano da tutte le altre, quasi una propria personalità. Caratterizzare in questo modo un prodotto non è facile ma soprattutto non è cosa che possa essere limitata alla sola fase di progettazione: occorre che ogni fase di lavorazione contribuisca a costruire un’immagine, un racconto. A noi lanifici in prima battuta, ma anche alla nostra filiera, viene chiesto un salto di qualità in questa direzione. Anche per questo è necessario irrobustire le relazioni di filiera e realizzare sinergie, anche se l’assenza dell’obbligo della tracciabilità non ci aiuta a far emergere le eccellenze. Dovremo lavorare tutti in maniera diversa e metterci alla prova rispetto a esigenze di mercato sempre più sofisticate e complesse”.

I produttori di tessuti pratesi sono 280; il 70% producono tessuti trama-ordito (drapperia, tessuti moda per abbigliamento), il restante 30% tessuti speciali (a maglia, pelliccette, tecnici, spalmati, geotessili, ecc.). Si stima che nel 2017 queste aziende abbiano espresso un fatturato di 1,85 miliardi di euro ed esportazioni per 1,3 miliardi (70% del fatturato) e abbiano generato un’occupazione diretta di oltre 5 mila addetti.

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