I numeri non sono quelli dei tempi migliori, né per Prato né per altri distretti, ma alla fine la 31′ edizione di Milano Unica è per il distretto toscano più che dignitosa. Anzi, a conti fatti, la pattuglia di aziende pratesi è la più numerosa, con 35 unità, rispetto alle 29 di Como, alle 27 biellesi e alle 19 varesine.
“Impossibile pensare che questa Milano Unica possa dare lo stesso impulso delle edizioni degli altri anni – dice Maurizio Sarti (nella foto a lato), presidente dei produttori di tessuto della sezione Sistema Moda di Confindustria Toscana Nord e del consorzio Pratotrade – ma di certo è importante che questa fiera sia fatta: è un passo importante verso il ritorno alla normalità”.
Alla cerimonia inaugurale in verità la città è stata rappresentata dal sindaco Matteo Biffoni, mentre gli imprenditori sono rimasti negli stand alle prese con i primi e preziosi clienti, anche perché per Prato l’autunno-inverno è la stagione su cui puntare.
“Le aziende pratesi – dice ancora Sarti – hanno accolto con favore e sollievo la conferma di Milano Unica, è importante poter riavviare un minimo di rapporti personali con i nostri clienti. Anche se abbiamo accelerato sulla via della digitalizzazione, che è sicuramente da sviluppare al meglio, la propensione del distretto verso prodotti moda con un forte contenuto creativo richiede relazioni dirette”.
Il lockdown ha comportato, secondo il Centro studi di Confindustria Toscana Nord, un calo di produzione di tessuti del 31,4% per il secondo trimestre 2020, ma adesso i timori riguardano la domanda e Milano Unica potrebbe rivelarsi un indicatore abbastanza preciso della situazione dei mercati. Nei corridoi di Rho, almeno nel primo giorno, a parte qualche russo e pochi asiatici gli stranieri hanno latitato.
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