C’è ancora qualche segno positivo nei dati che arrivano dal Centro Studi di Confindustria Moda, sia pure legati ad un 2019 non falcidiato dal coronavirus.
E’ stata l’industria italiana della moda femminile (vestiario esterno, maglieria, camiceria e abbigliamento in pelle) a chiudere l’anno con +4,5% e un guadagno in un anno di quasi 600 milioni di euro, avvicinandosi ai 14 miliardi. Un tasso di crescita ampiamente superiore rispetto alle stime di febbraio (+2,7%), grazie soprattutto all’export (+9,9%).
Il trend positivo ha interessato tutti i comparti: confezione a +2,1%, maglieria +9,9%, camiceria +3,3%, e pelle al +0,5%. Le vendite sui mercati internazionali hanno raggiunto 8.979 milioni di euro. L’import invece ha superato i 5 miliardi di euro. Il mercato italiano invece si conferma in flessione, anche se meno rispetto al 2018: nel 2019 è stato del -2,3%.
Anche in questo caso il dato riguarda tutti i settori: il calo maggiore nella pelle (-5,2%). Il primo canale di vendita, le catene, sono cresciute dell’1,8%; benino anche l’e-commerce (+0,8%). I grandi magazzini hanno frenato al -0,6: vendite in calo sia per l’outlet sia per gli ambulanti.
A rendere tutto più complesso arrivano però i dati finora disponibili per il primo semestre 2020. La moda donna vede le vendite estere in calo del -23,6%, l’import del -21,4%: rispetto al primo semestre del 2019 l’export brucia oltre un miliardo di euro, mentre il saldo perde 465,3 milioni.
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