Dopo un dialogo durato diversi mesi sta entrando nel vivo il percorso di accorpamento tra le Camere di Commercio di Prato e Pistoia, così come richiesto dal decreto di riforma del sistema camerale il cui schema è stato approvato la scorsa settimana in Consiglio dei Ministri.
Anche se il decreto dovrà seguire un lungo iter per poter arrivare all’approvazione definitiva, la necessità di provvedere all’accorpamento è improrogabile, considerata la riduzione del numero delle Camere di Commercio a 60 sull’intero territorio nazionale con accorpamenti delle Camere che hanno meno di 75 mila imprese singolarmente, come Prato e Pistoia.
“I Consigli camerali di Prato e Pistoia hanno già approvato una delibera di indirizzo per l’accorpamento – commenta Luca Giusti, presidente della Camera di Commercio di Prato – La riforma nasce per rendere le Camere di Commercio più efficienti e per dare risposte più incisive alle imprese, ma non sono certo che così come disegnata nel decreto si possano riuscire a raggiungere questi due obiettivi. Speriamo che nel corso dell’iter di approvazione possano essere apportati dei correttivi. Quello che è certo è che l’accorpamento è necessario e faremo in modo che le imprese possano trarre beneficio da questa operazione di razionalizzazione”.
Il decreto conferma il taglio del diritto annuale del 50% rispetto al 2014 e ridisegna il portafoglio delle funzioni privilegiando quelle a carattere amministrativo e formativo-informativo a scapito di quelle di sostegno diretto alle imprese. Assolutamente vietate le attività svolte direttamente all’estero che rappresentano, ad oggi, una delle funzioni principali svolte dalle Camere e che si sono rivelate uno strumento di sostegno importante per le imprese che vogliono aggredire i mercati esteri per uscire dalla crisi che da tempo attanaglia la nostra economia.
“Il Decreto di riforma, così come è stato approvato la settimana scorsa dal Consiglio dei Ministri, non mi convince – afferma Stefano Morandi, presidente della Camera di Commercio di Pistoia – perchè le aziende non troveranno più nelle Camere di Commercio quel partner qualificato e affidabile che negli anni ha sostenuto il sistema economico locale con azioni concrete volte a favorire l’internazionalizzazione delle pmi., a promuovere il territorio avuto riguardo alle specificità dei settori produttivi, ad agevolare l’accesso al credito, tanto per citare alcune funzioni che non saranno più materia del sistema camerale quanto meno nelle forme sinora realizzate. Il rischio è che nessuno intervenga concretamente in questi ambiti, vuoi per mancanza di risorse che per carenza di adeguate professionalità umane immediatamente spendibili. Per quanto riguarda gli accorpamenti confermo la volontà, già espressa con atti formali del Consiglio della Camera di Pistoia, per giungere alla fusione con la Camera di Prato con la quale condividiamo vicinanza di territori e alcuni aspetti di somiglianza di economie”.
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