Prato, un piano operativo in chiaroscuro per CTN

Prato, un piano operativo in chiaroscuro per CTN

E’ un giudizio in chiaroscuro quello che emerge dalle osservazioni presentate da Confindustria Toscana Nord al Comune di Prato a proposito del Piano operativo: a parlarne è il vicepresidente di Ance Toscana Nord Alessandro Cafissi al convegno alla Camera di commercio di Prato.

Alessandro Cafissi

Nelle sue osservazioni Confindustria Toscana Nord ha dato atto all’amministrazione comunale di concedere alle aziende una certa flessibilità rispetto alle necessità di ampliamenti e adeguamenti (dove ci siano spazi urbanizzati sufficienti già destinati a produttivo, gli ampliamenti siano possibili in una misura che va dal 10% al 20% a seconda della classificazione delle diverse zone). Il vincolo sulla classificazione del terreno è perentorio: se le aree in cui le aziende vorrebbero ampliarsi non sono già interamente urbanizzate e destinate a produttivo l’estensione non è consentita. Ugualmente tassativo il tetto massimo del 20% rispetto alla superficie coperta già esistente. Confindustria Toscana Nord ritiene questi vincoli troppo stringenti e ha chiesto al Comune di Prato che possa essere valutata la possibilità di utilizzare aree limitrofe anche non urbanizzate e per superfici maggiori del 20%.

La possibilità di effettuare ampliamenti con minori vincoli rispetto al Piano operativo appare necessaria anche per un motivo che rimanda all’impianto complessivo del Piano stesso: per la prima volta nella storia recente di Prato, uno strumento urbanistico della città non prevede alcun ampliamento delle aree a destinazione produttiva. Una volta completati i residui spazi disponibili nel Macrolotto Industriale n. 2 e nelle piccole lottizzazioni di Vergaio e Casale, non ci sono a Prato ulteriori ambiti produttivi in cui un’impresa si possa insediare o trasferire. L’associazione ha chiesto di riconsiderare anche questa decisione ma comunque insiste su una maggiore flessibilità nelle possibilità di – almeno – ampliare l’esistente.

Il documento consegnato all’amministrazione comunale di Prato menziona anche la necessità di completamento dell’anello viario a servizio delle aree produttive, che interessa i collegamenti da Montemurlo al Macrolotto n. 1, al Macrolotto n. 2 e alle aree industriali di Campi Bisenzio e di Montale; ribadisce che è indispensabile il raddoppio del Ponte Lama e quindi un adeguato collegamento dell’Interporto e dell’area produttiva di Capalle al casello autostradale di Prato Est dell’A11 nonché una nuova e più funzionale viabilità da e verso il Macrolotto Industriale n. 2 dallo stesso casello autostradale di Prato Est.

Il documento ricorda anche la necessità di definire un’area effettivamente disponibile (quella già individuata è sottoposta a fermo in quanto potrebbe diventare base di cantiere per i lavori della 3a corsia autostradale) per la collocazione degli impianti di trattamento e recupero degli inerti da demolizioni edilizie, carenza annosa che mette in seria difficoltà le imprese edili. E’ incomprensibile, nota Confindustria Toscana Nord, che di questo tema non si parli in un Piano operativo che punta molto sulla riqualificazione e riuso degli immobili esistenti.

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