Stefano Betti, 59 anni, imprenditore artigiano, è il nuovo presidente di Pratofutura, eletto all’unanimità dal consiglio dell’associazione di via Santa Chiara.
Betti ha definito Pratofutura “libera, autosostenuta e non allineata, un vero e proprio contenitore di pensiero per chi è particolarmente interessato alla vita sociale ed economica della città” ha ringraziato il presidente uscente Silvia Bocci che “nei suoi due anni di mandato ha messo impegno ed è riuscita ad organizzare incontri particolarmente interessanti con ospiti di eccezione, impegnandosi anche nell’individuare la nuova sede e nel confronto a favore delle imprese”.
Betti si propone di incentivare il confronto diretto fra soci su alcuni temi importanti per tutto il territorio e per l’industria locale, di approfondire la reciproca conoscenza, individuando in Pratofutura il luogo adatto per esprimere in piena libertà concetti che spesso non possono essere affrontati altrove. Il nuovo presidente, inoltre, vuol aumentare le occasioni di confronto diretto con imprenditori di altri territori, ben consapevole che il modello organizzativo italiano è fatto di una miriade di piccole
imprese a cui va dato voce.
Betti, nel suo biennio, sarà affiancato da una squadra con alcuni consiglieri personali non amministratori come Giovanni Santi e di Fabio Tempestini, mentre il consiglio di amministrazione sarà composto da Francesco Viti, imprenditore artigiano della Tris & Co.srl e portavoce di Federmoda CNA Toscana Centro, Alessia Matteini Bresci del Gruppo Colle e membro del Gruppo Giovani di Confindustria Toscana Nord, l’imprenditore Simone Paci della Lavanderia Industriale La Fonte SpA, Manuele Nipoti del Lanificio Mario Bellucci SpA, Riccardo Rossi, libero professionista e attuale Presidente del Rotary Prato, l’imprenditore Marco Ranaldo della Pointex SpA.
Nel ruolo di direttore rientra Daniela Toccafondi dopo l’esperienza come assessore comunale. Con Betti Pratofutura fa una svolta storica: l’associazione infatti non soltanto fa riferimento alle imprese storiche del territorio fondatrici ma introduce il concetto della filiera produttiva: il ciclo del cardato, il tema del riciclo e dell’economia circolare, il concetto di qualità di tutte le lavorazioni, la valorizzazione del saper fare e del made in Italy, l’eticità nei rapporti di lavoro, il rispetto per l’ambiente. “Si tratta di temi – ha concluso Betti – che devono essere affrontati in modo collettivo e corale. Prato è ancora leader al mondo nel settore tessile grazie alla collaborazione di tutte le fasi della filiera”.
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