RadiciGroup, in piena pandemia, ha deciso di puntare sull’acquisizione di una nuova linea di produzione di meltblown, materiale utilizzato per la produzione di mascherine protettive e altri DPI investendo ben 15 milioni di euro.
Il meltblown è un altro tipo di tessuto non tessuto non presente sul mercato italiano: “In piena pandemia – ha detto Maurizio Radici, vicepresidente e COO di RadiciGroup – è risultata evidente la mancanza di disponibilità di meltblown. Continuavamo a ricevere decine e decine di richieste di potenziali clienti: il meltblown è un materiale prodotto in quantità minima in Europa e sicuramente non sufficiente per fronteggiare le esigenze. Appena si è presentata l’opportunità di fare concretamente qualcosa non abbiamo avuto esitazioni”.
Il nuovo impianto, in corso di installazione, è tecnologicamente avanzato e di notevoli dimensioni: presenta un’elevata produttività e consente di realizzare prodotti con caratteristiche tecniche particolari, non solo in polipropilene, ma anche a base di altri polimeri come poliestere, poliammide e TPU. Il macchinario è in via di installazione all’interno di Tessiture Pietro Radici, a Gandino e sarà in grado di produrre circa 120 tonnellate al mese di meltblown, con cui è possibile realizzare circa 170 milioni di mascherine chirurgiche“.
L’obiettivo è diventare meno dipendenti dalle importazioni extra europee e riportare in Italia una filiera indispensabile alla salvaguardia della salute.
Foto d’archivio
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