Prezzi e disponibilità delle materie prime, criticità nei trasporti via mare, inflazione dei beni energetici e scarsità dei componenti sono i motivi della frenata registrata dalla ripresa del Varesotto: anche se la produzione tiene i buoni segnali dei mesi scorsi si sono affievoliti.
Lo dice l’indagine congiunturale dell’Ufficio Studi dell’Unione degli Industriali della Provincia di Varese, relativa al terzo trimestre 2021, che evidenzia però anche una buona tenuta degli ordini e delle aspettative di produzione per il prossimo trimestre.
Il calo registrato, in parte fisiologico perché legato al trimestre estivo, è frutto delle nuove difficoltà già citate: il 21,2% delle imprese intervistate ha dichiarato un aumento della produzione (contro il 43,7% registrato nel secondo trimestre), mentre il 51,9% si è assestato sui livelli produttivi dello scorso trimestre e il 26,9% ha registrato un calo.
Sul fronte degli ordini il 38,1% delle imprese ha segnalato una crescita, il 49,5% di essere in linea con il trimestre precedente, mentre il 12,4% una riduzione. Meglio il mercato estero che quello interno.
Il comparto moda prosegue nel percorso di crescita, con un saldo positivo del +24,9%, meglio delle previsioni negative e con previsioni positive anche per il prossimo trimestre. Il comparto moda tra l’altro è l’unico a mostrare dati così positivi, grazie anche ai minori timori legati ad eventuali nuove restrizioni.
Nel terzo trimestre 2021 a livello provinciale l’INPS rileva che nel settore moda sono state autorizzate complessivamente 1.322.508 ore di cassa integrazione guadagni: un dato leggermente inferiore alle 1.649.484 ore autorizzate nello scorso anno (-19,8%), ma ancora nettamente al di sopra ai livelli del 2019 (132.817 ore).
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