Un viaggio lungo 50 anni che prosegue con continue novità: allo stand Filpucci non ci sono cartelli o segnali che ricordino a chi entra che l’azienda compie il mezzo secolo di vita. La festa ci sarà a luglio, alla prossima edizione di Pitti Filati, ed oggi c’è spazio solo per gli affari.
Leandro Gualtieri è in prima linea ed accoglie i clienti come se fosse il suo primo giorno di lavoro: “Vestire da capo a piedi potrebbe essere lo slogan di questa edizione – dice l’imprenditore accanto ad alcune mensole dove sono esposte scarpe realizzate con un tessuto prodotto con filato Filpucci – anche perché seguiamo il trend legato allo sportwear molto in voga adesso”. I colori della primavera-estate sono tutti tenui, la composizione dei filati è la più varia, dai 100% nylon ad un lino elasticizzato che potrebbe essere la grande novità della collezione; il primo è fatto con filamenti composti da una base di 7 micron, i più fini al mondo ed è idrorepellente, mentre il secondo viene adoperato per la tessitura ed è composto all’87% di puro lino.
Dopo il presente Gualtieri ha parole anche per il passato: “Abbiamo iniziato nel 1967 – racconta – e il primo prodotto che ci consentì di pagarci la fabbrica fu la viscosa. Poi sono venuti la fettuccia nel 1976 e i soffili negli anni ’90, un brevetto ventennale scaduto nel 2010 e ora usato da tutti”.
Si torna al presente col figlio Federico, che si occupa dei mercati: “Nel 2016 – dice – abbiamo avuto un calo del 5% rispetto al 2015 ed in parte è inspiegabile perché fino a giugno viaggiavamo a +20%. Poi si sono bloccati gli ordini e l’ultimo trimestre è stato pessimo. Al momento non c’è nessun mercato particolarmente buono, la Cina è stabile mentre l’Italia si è un po’ animata, grazie anche al fatto che alcuni brand americani e francesi come Polo, Hermes e Chanel hanno riportato la produzione in Italia”.