Non è una seconda giovinezza ma di certo questa edizione di Filo fa da spartiacque tra un periodo buio iniziato intorno al 2008 e proseguito poi anno dopo anno fino ai nuovi barlumi di ottimismo che si respirano in questo periodo. Non tanto per il salone quanto per il settore della filatura, che ora si regge sulle eccellenze che hanno resistito alla crisi.
“Mi sono un po’ sbilanciato e ho parlato di edizione di svolta – dice Paolo Monfermoso, il funzionario l’Unione Industriale Biellese responsabile di Filo – ma credo che i segnali ci siano, dalla BCE al petrolio al cambio dollaro-euro”.
E’ d’obbligo però iniziare con un accenno al futuro prossimo, ovvero Filo a Shanghai ad ottobre con Milano Unica.
Siamo pronti, perchè già da tempo ci arrivava questo input da parte di associazioni, colleghi e aziende. Si concretizza una sinergia che all’estero può funzionare, mentre in Italia il binomio con Milano Unica è possibile solo a livello di comunicazione e di promozione, perchè le stagionalità, nella quale siamo 6-8 mesi avanti, e la tipologia di prodotto rendono impossibile un salone unico.
Quella del rilancio delle fiere all’estero è una buona strategia per rivalutare anche il made in Italy?
E’ la dimostrazione che se c’è la volonta le sinergie si trovano. All’estero è possibile anche presentare un contenitore unico con tutta la filiera, così il visitatore della fiera impara a conoscere il valore aggiunto del made in italy. Quella di Shanghai ad ottobre sarà una sorta di edizione zero dove imparare da Milano Unica ma anche da Messe Frankfurt, con la quale abbiamo già fatto altre iniziative come Unione Industriale Biellese e che quindi conosciamo come partner qualificato.
Filo mette a segno un’edizione positiva?
Sì. Non giudico il salone dai numeri dei visitatori, perchè in un contesto B2B non è questo che conta quanto piuttosto la qualità di chi viene a Filo. La fortuna è quella di avere aziende di alta gamma, la clientela è selezionata, i buyer stranieri sui quali abbiamo lavorato molto sono arrivati e c’è stata più interazione con i visitatori. Ormai Filo è un appuntamento fisso da segnare sull’agenda come luogo sicuro dove fare incontri di lavoro. Anche la location nel centro di Milano è studiata per questo, per permettere a chi viene al salone di abbinare una visita culturale piuttosto che una cena di lavoro con i clienti dopo aver chiuso lo stand.
Tutto business o quasi.
In questa edizione abbiamo avuto anche qualche visitatore arrivato non per affari. Di solito non apriamo agli studenti ma stavolta sono arrivati alcuni ragazzi di un istituto di Bergamo per vedere da vicino e toccare con mano i filati con i quali poi lavoreranno in futuro ed anche alcune giovani studentesse straniere di scuole di moda, che hanno potuto vedere come si sia allargata la tendenza delle aziende a portare a Filo non solo il campionario come al solito ma anche veri e propri capi finiti per mostrare cosa si può fare col filato che vendono.






