Si chiama “Francesco, ripara” il paramento, casula e mitra, donato a papa Francesco dal mondo del lavoro pratese durante la sua visita a Prato.
Un dono che si aggiunge all’adesione di categorie economiche e sindacati all’iniziativa “Adotta una famiglia” promossa dalla Diocesi e dalla Caritas. Casula e mitra, realizzate col tessuto che riproduce un “panno” del XIV secolo, sono stati prodotti dall’Atelier X Regio di Venezia, incaricato di realizzare progetto complessivo e modello e di eseguire il lavoro sartoriale in 85 ore, senza contare i tempi di progettazione e di prova.
L’ornamento è basato sulla tipologia del crocifisso di San Damiano che, come riporta Tommaso da Celano, parlò a san Francesco in preghiera nella chiesa diroccata con queste parole: “Francesco, ripara la mia chiesa che, come vedi, è tutta in rovina”. Francesco quindi riparò la chiesa di San Damiano e la chiesa universale, intese nelle parole del Cristo come immagine l’una dell’altra. Da qui il nome scelto per il dono.
Il paramento voluto dal mondo del lavoro pratese è nel segno del nome Francesco, che rimanda sia al pontefice che al grande santo patrono d’Italia. Ma anche Datini si chiamava Francesco ed è con una “f” stilizzata che venivano individuati i colli oggetto dei commerci dal mercante pratese. Una sigla di rustica eleganza ricamata in spago e filo di canapa, inequivocabilmente medievale ed ispirata alla “f” di Datini, è stata posta sul retro della casula, nel fondo dell’ornato posteriore.
Una copia esatta di casula e mitra è visibile al Museo del tessuto. Una ulteriore copia verrà realizzata a breve e donata alla Diocesi di Prato.
I precedenti di Prato nelle vesti liturgiche Prato non è nuova alla realizzazione di vesti liturgiche di eccezione: da Prato venne il piviale con cui l’allora papa, oggi santo, Giovanni Paolo II aprì la Porta Santa per il Giubileo del 2000. Seguirono nel 2004 i paramenti per il matrimonio dell’allora erede al trono di Spagna, oggi re, Felipe di Borbone e di Letizia Ortiz, le vesti per i 10 cardinali, i 120 vescovi e i 500 sacerdoti intervenuti alla dedicazione della chiesa di san Pio da Pietrelcina e, infine, il parato di santo Stefano per la Diocesi di Prato in occasione del 350° anniversario della sua istituzione.






