Filo tendenze

Gianni Bologna Il cattivo gusto è protagonista

Non si può dire che Gianni Bologna le mandi a dire, anzi. Con un’edizione di Filo sicuramente positiva il responsabile creatività e stile del salone non si ferma sui risultati materiali ma affronta temi più profondi, come da suo stile ormai conosciuto.

“Siamo fermi tutti in superficie – dice dolendosi di una situazione generale – ed abbiamo perso il gusto romantico della profondità del pensiero”

La sua non è un’analisi limitata al tessile…
No, è allargata. Nessuno ricerca più le novità e capisco che sia difficile farlo in tutti gli ambiti. Io lo vedo come un male ma c’è poco da fare, questa è la situazione. Siamo in un Whatsapp cosmico, stiamo surfando sulla superficie delle cose.

Può darsi che l’appiattimento sia dovuto anche al poco tempo a disposizione? Tutto sta andando più veloce, è un effetto anche della tecnologia. Ed anche i saloni anticipano sempre più le date…
Sì, è vero. Non c’è nè il tempo nè la possibilità di fermarsi. Dovendo programmare le tendenze per un salone che ha delle scadenze lo accetto ma non posso non rimarcare che tutto questo ha delle conseguenze.

Lei non entra quasi mai in un tema che invece è molto attuale, quello della sostenibilità e dei prodotti eco.
Ne ho parlato, ma di straforo. Non ne sono mai stato convinto fino in fondo, lo vedo più come un fenomeno comunicativo. Nel tessile come in altri settori; quando vado al supermercato a comprare verdura che mi dicono essere biologica io, per sicurezza, compro anche l’Amuchina per disinfettarla.

Cosa c’è nel futuro di Filo?
Il lusso. Sarà probabilmente il tema del salone di settembre. Si presuppone che almeno lì un po’ di ricerca ci sia…

Condividi articolo