Al Luxury Summit del Sole 24 Ore il presidente di Confindustria Moda Claudio Marenzi ha fatto un quadro del settore della moda Made in Italy all’interno del tessuto economico italiano: fatturato da 96 miliardi di euro e creazione di oltre 700 mila posti di lavoro.
Marenzi ha poi aggiunto: “Il settore esporta merci per 61 miliardi e vanta una bilancia commerciale positiva da 25 miliardi circa. Rappresentiamo il 35% della moda europea e abbiamo 20 punti di distacco dal secondo Paese produttore europeo che è la Germania”. E c’è un potenziale di crescita interessante, evidenziato dal rapporto ‘Esportare la dolce vita’ realizzato dal Centro studi di Confindustria e Prometeia.
Nei prossimi sei anni l’export di prodotti italiani di lusso, come moda e design, verso nuovi mercati potrebbe aumentare del 40% fino a quota 15 miliardi, crescendo addirittura del 75% a 18 miliardi in uno scenario più ottimistico. La categoria dei ‘nuovi ricchi’, nei 30 mercati analizzati, passerà infatti dai 486 milioni del 2017 a 660 milioni del 2023: in pratica 174 milioni di nuovi clienti potenziali per ‘bello e ben fatto’ italiano.
I mercati emergenti ‘top premium’ evidenziati dal rapporto sono Cina, Russia e Emirati Arabi Uniti, che registrano una domanda consistente e una disponibilità a pagare prezzi adeguati per i prodotti italiani di qualità. A questi si aggiungono tre mercati in decollo: Arabia Saudita, Messico e Malesia.
Ma ci sono anche alcuni fattori di rischio che potrebbero inficiare la crescita delle esportazioni di prodotti “alto di gamma”: il primo è quello di una spirale protezionistica dei rapporti commerciali tra gli Usa e partner, a cui si aggiungono il possibile inasprirsi di tensioni geopolitiche in Medio Oriente e Asia e l’evoluzione delle sanzioni alla Russia.