Scarti tessili, anche Pratofutura si appella alle istituzioni

E’ stata dedicata alle politiche sui rifiuti la prima delle tre serate conclusive della stagione di Pratofutura, che chiede alle istituzioni meno burocrazia. Durante la cena dibattito nella sede di via Santa Chiara con il sindaco Matteo Biffoni, l’assessore regionale all’Ambiente Federica Fratoni e il presidente di Gida Alessandro Brogi è partita la richiesta accorata al mondo della politica per non vedere ulteriormente complicate le pratiche in materia di scarti tessili e non solo: “Non parliamo solo di rifiuti solidi e speciali – ha detto la presidente Silvia Bocci – per i quali Confindustria e le altre categorie economiche hanno recentemente invitato in città il ministro Costa per conoscere più a fondo le specificità del caso pratese, ma anche di recupero delle acque reflue, perché il nostro distretto industriale vanta da decenni l’esperienza di Gida che rappresenta un caso di studio a livello europeo per il ciclo della depurazione delle acque e del riutilizzo di queste in differenti contesti economici. Gida sta vivendo una fase delicata, perché la tecnologia imporrebbe determinate scelte che la politica o meglio la burocrazia politica pare di fatto bloccare”.

Il sindaco di Prato, Matteo Biffoni, ha sottolineato: “C’è la possibilità di ottenere ricchezza da questi scarti e su questo faccio mio l’accorato appello di Confindustria Toscana al ministro Costa. Da oltre un anno quelle normative sono alla firma del ministro, mi auguro fortemente che prenda in considerazione queste necessità che rappresentano l’opportunità di imprimere una svolta al nostro distretto. Non si tratta più di rifiuto bensì di riutilizzo, quantomeno si abbatte un costo se non addirittura si crea ricchezza”.

Da parte sua, l’assessore all’Ambiente della Regione Toscana, Federica Fratoni, ha aggiunto: “Stiamo portando avanti le linee guida per l’applicazione del sottoprodotto, ovvero tutto quello che può essere riciclato avrà una lettura attenta delle norme da parte della Regione e degli enti di controllo. Si tratta infatti di una normativa nazionale inserita nel testo unico n°152/2006, che tuttavia lascia a totale carico dell’imprenditore l’attestazione rispetto alla natura del sottoprodotto. Riteniamo questa una responsabilità eccessiva nei confronti delle imprese, pertanto cerchiamo come Regione di offrire un aiuto. Conto in definitiva di arrivare alla conclusione di queste linee guida in tempi brevi”.

Sul fronte di Gida Spa, il presidente Alessandro Brogi ha stigmatizzato: “Quello che ci manca è una combinazione di fattori. Gli aspetti tecnici sono naturalmente importanti, come attuare soluzioni tecnologicamente avanzate e affidabili per essere attuate in una realtà complessa come la depurazione delle acque nel distretto e nella città di Prato. Così come sono importanti gli aspetti culturali e politici, comprendendo fino in fondo cosa è consentito fare e cosa non lo è”.

Nella foto, da sinistra, Bocci, Biffoni, Fratoni e Brogi.

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