Il 2019 che sta finendo è pronto a lasciare un pesante testimone al 2020 che a Biella, stando alle impressioni degli imprenditori, non sarà brillante. Per le oltre 900 aziende interpellate a livello regionale per l’indagine congiunturale di Confindustria e di conseguenza anche dall’Unione Industriale Biellese restano negative le attese su produzione, ordini, occupazione ed export per il primo trimestre 2020.
In particolare a livello regionale il saldo sulla produzione totale passa da -1,5% a -7,3% e quello sugli ordinativi totali da -4,9% a -7,1%. Rallentano anche le attese sull’export, che passano da -0,1% a -1,2%. Negative anche le previsioni sull’occupazione, il cui saldo passa da +2,1% a -0,8%. Le medie esportatrici, che esportano tra il 30 e il 60% del fatturato, sono quelle meno pessimiste per il prossimo trimestre (saldo -4,3%); seguono le grandi esportatrici, che esportano oltre il 60% del fatturato, con saldo ottimisti pessimisti pari -6,2% e quelle che esportano da zero al 10% del fatturato (saldo -8,3%). Le più pessimiste sono quelle che vendono all’estero meno del 10% della produzione, (saldo -10,4%).
A Biella il saldo ottimisti/pessimisti sulla produzione industriale è -14,2% (il trimestre precedente era -14,7), sull’occupazione è -7,9% (-5,2), sugli ordini totali è -15% (-23,4) e sugli ordini dall’estero -9,6% (-15,3).
A commentare l’indagine è Marilena Bolli, vide presidente con delega all’Economia di Impresa: “Da troppo tempo, ormai, le prospettive degli imprenditori risentono dell’incertezza e della mancanza di uno scenario di medio periodo che sia stabile. Senza certezze, gli investimenti risultano inevitabilmente frenati e i progetti di più ampio respiro, spesso, vengono rimandati. Gli scenari nazionali e internazionali sono sempre più complessi e in continua trasformazione. Detto questo, le imprese biellesi non si fermano. Il tessile, alla prova delle prossime fiere internazionali, avrà un’importante vetrina e, in generale, il tessuto imprenditoriale locale si conferma come resiliente e pronto alla sfida con i competitor internazionali, forte dei suoi tratti distintivi: sostenibilità, innovazione, tradizione. In generale, per il 2020 le imprese attendono una strategia di riforme strutturali in grado di innalzare il potenziale di crescita dell’economia, che passi dall’inclusione dei giovani nel mondo del lavoro e dall’innovazione, rafforzando il Piano 4.0 soprattutto nell’ottica della sostenibilità”.