Depuratore Gida

Prato, che botta e risposta tra Comune e Progetto Acqua

Dopo l’attacco di ieri l’assessore comunale Valerio Barberis replica a Progetto Acqua: “Parole intellettualmente scorrette, sapete bene come siamo arrivati a questo punto”.

“Crediamo fortemente – spiega l’assessore – nella necessità che il Comune ascolti le imprese e che si debba lavorare tutti insieme. Lo abbiamo sempre fatto. Ma non accettiamo dichiarazioni intellettualmente scorrette come quelle di Progetto Acqua proprio alla vigilia di un incontro con gli industrali e i rappresentanti degli istituti di credito per finanziare nuovi investimenti”.

Abbiamo sostenuto che progettare un nuovo termovalorizzatore sarebbe stata una scelta antistorica

E Barberis raccoglie anche la “sfida” di Ivo Vignali che minaccia di scendere in piazza per protestare contro l’aumento delle tariffe: “Li aspettiamo – dice ancora l’assessore – e lì ci spiegheranno come, avendo la parte privata scelto il direttore e avendo sempre avuto la delega alla finanza, al personale e alla gestione aziendale, la colpa oggi sia di qualcun altro. Sanno benissimo quindi come siamo arrivati a questi punti: le tariffe sono rimaste sotto la soglia di mercato oltre misura e le difficoltà impiantistiche non sono mai state affrontate con l’approccio giusto. Abbiamo sempre sostenuto che progettare un nuovo termovalorizzatore sarebbe stata una scelta antistorica, in un’Europa che i termovalorizzatori li dismette. I fatti ci stanno dando ragione. Se con queste dichiarazioni Progetto Acqua vuole nascondere gli errori va bene, ma che abbia l’onestà di spiegare le cose come stanno. Lasciare le tariffe ai livelli attuali è impossibile così come evitare una ricapitalizzazione. Chi crede nella necessità di investire su Gida lo faccia, altrimenti eviti dichiarazioni scorrette”.

“L’assessore Barberis risponde mischiando questioni societarie di Gida che non riguardano il consorzio”

Detto fatto ed a breve giro è arrivata la risposta di Progetto Acqua che, nel vero senso, agita ancora di più le acque: “L’assessore Barberis risponde a Progetto Acqua – dicono gli industriali – mischiando questioni societarie di Gida che non riguardano il consorzio e temi invece di effettiva nostra pertinenza, nel tentativo, evidentemente, di alleggerire la posizione del Comune di Prato rispetto al problema tariffe.
Progetto Acqua è il consorzio degli utenti di Gida, delle imprese che pagano le tariffe per ricevere un servizio. Apparteniamo a varie associazioni: molti a Confindustria Toscana Nord, altri a CNA Toscana Centro o a Confartigianato Imprese Prato, altri ancora al commercio o a nessuna. Noi tutti saremo penalizzati da tariffe troppo alte ed è di questo che chiediamo di parlare; non ci interessano, in sé e per sé, le questioni societarie e interne di Gida, che riguardano i soci. Da questo punto di vista l’unica cosa rilevante e di piena evidenza anche dall’esterno – e quindi anche dal nostro consorzio – è che il Comune di Prato esprime la presidenza della società e, soprattutto, 4 membri su 7 del Consiglio di amministrazione: una maggioranza in grado di bloccare, come ha fatto, i tentativi della parte industriale di modernizzare l’impianto di smaltimento dei fanghi. Quella stessa maggioranza sarebbe stata anche in grado di correggere quello che l’assessore chiama ‘approccio non giusto’ al tema dell’impiantistica (ammesso che fosse veramente non giusto), e soprattutto di farlo al momento opportuno, almeno 10 o 12 anni fa, senza esporre Gida al rischio della crisi che si è poi concretizzata. Questi sono i fatti che ci hanno indotto a rivolgere le nostre contestazioni non a Gida nel suo complesso ma al solo Comune di Prato. La dichiarazione dell’assessore non risponde al merito del problema, cioè all’insostenibile aggravio dei costi che si è già abbattuto e si sta abbattendo sulle nostre imprese. Lo ribadiamo: fra le tariffe di depurazione di Gida, di cui il Comune di Prato ha la maggioranza, e le tariffe di fognatura di Publiacqua, di cui il Comune di Prato è un importante socio, pagheremo il 25% di più dei nostri colleghi biellesi e comaschi. Il problema per noi sta in questo e su questo desidereremmo risposte”.

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