Era l’ultima notizia attesa per definire il quadro di inizio 2021 dei saloni del tessile europei ed alla fine è arrivata: Première Vision Paris di febbraio non si terrà in forma “fisica”. La decisione, nell’aria ormai da qualche giorno, è arrivata ieri sera ed è stata comunicata oggi in modo ufficiale.
Per la seconda volta consecutiva le porte del Parc des Expositions di Villepinte resteranno chiuse: tessuti, accessori, pelle, filati e disegni troveranno spazio solo sui display dei computer, dei tablet e degli smartphone. E’ la chiusura di un cerchio aperto dalla rinuncia di Milano Unica prima e di Fabric Days di Monaco di Baviera poi, con la sola Londra ancora tenace nel voler realizzare The London Textile Fair in presenza, anche se le ultime disposizioni per l’area di Londra non lasciano intravedere orizzonti positivi da qui a metà gennaio.
Per Première Vision, oltre al rammarico per la seconda edizione non organizzabile in presenza, c’è anche un importante danno economico, visto che la società francese ha proprio lo scopo di organizzare saloni. Pur essendo in grado di assicurare la massima sicurezza ad espositori e visitatori gli organizzatori devono fare i conti sia con le disposizioni del governo francese in materia di contenimento della pandemia che con le oggettive difficoltà di spostamento delle persone da una nazione all’altra o anche all’interno degli stessi confini francesi.
Se nello scorso settembre il protagonista era stato il Marketplace, la piattaforma creata quando il Covid-19 non era neppure negli incubi dei più pessimisti, stavolta il Digital Show sarà incorporato nel sito ufficiale di PV, che sarà rinnovato per l’occasione e che riunirà i vari saloni francesi e internazionali e lo stesso Marketplace. La nuova piattaforma integrerà progressivamente i vari eventi in tre fasi: a febbraio, a luglio e alla fine del 2021.
“All’orizzonte sembra profilarsi una ripresa, favorita dai vaccini – dice Gilles Lasbordes, direttore generale di Première Vision – ma il periodo post-crisi sanitaria si sta delineando, insieme ad alcune difficili conseguenze economiche. Le tecnologie digitali e l’implementazione di nuovi servizi hanno aiutato i marchi a mantenere e personalizzare le relazioni con i loro clienti e ad assistere i loro processi di acquisto. E sono cambiati anche i modelli di acquisto favorendo sostenibilità, trasparenza e tracciabilità. Rimaniamo convinti che questa crisi abbia confermato la vitalità delle fiere fisiche, essenziali per garantire l’interazione creativa e commerciale tra i marchi della moda e i loro fornitori.
Confermiamo il nostro obiettivo di realizzare le nostre fiere ed eventi previsti per il 2021, in un percorso che d’ora in poi combinerà eventi fisici e/o digitali”.