Linea diretta tra Cna Federmoda e Commissione Europea sul tema dell’economia circolare abbinata all’ecosistema tessile e all’end of waste.
La Commissione Europea ha infatti avviato una valutazione di impatto per la “EU Strategy for Textiles” nell’ambito delle azioni per il Green Deal e per il nuovo piano di economia circolare. L’obiettivo è creare un quadro unitario che crei condizioni e incentivi per rafforzare la competitività, la sostenibilità e la resilienza del settore tessile dell’Unione Europea.
Cna Federmod ha indicato come principale tema da seguire un’iniziativa europea in grado di rendere l’ecosistema tessile idoneo all’implementazione dell’economia circolare, non l’inverso, ponendo quali pilastri dello sviluppo alcuni fattori.
Il primo è l’efficientamento delle condizioni, dei principi e dei criteri sottesi ai modelli di Responsabilità Estesa del Produttore e delle filiere della raccolta, selezione e trattamento dei rifiuti tessili al fine di superare le criticità sino ad oggi emerse; poi l’operare sulla scia dei lavori sul decreto End of Waste per il tessile, sottolineando che non può esistere una strategia nel pieno favore della sostenibilità se non si forniscono alle imprese le linee guida necessarie per il supporto alle operazioni di manifattura funzionali alla rigenerazione ed al riciclo della materia.
Terzo punto è favorire modelli di produzione sostenibile nella lotta agli sprechi con l’adozione di processi di produzione che riducano, minimizzino e/o eliminino gli sprechi di materia al fine di salvaguardare le risorse, e nell’adozione di approcci al ciclo di vita del prodotto ed infine operare per la riduzione delle pressioni ambientali legate ai consumi favorendo modelli di consumo sostenibile, implementando misure ad hoc in favore di una massima diffusione della trasparenza circa la riparabilità, la provenienza da materiale riciclato, la riciclabilità dei prodotti al fine di veicolare e coinvolgere gli utenti verso scelte di acquisto maggiormente ecosostenibili”.
Cna Federmoda ribadisce anche che, proprio nella fase post-emergenza, occorrerà più che mai affrontare la sfida della transizione green e dello sviluppo di un modello di economia circolare, attraverso politiche e misure in grado di coglierne a pieno le potenzialità di crescita degli investimenti e dell’occupazione. E che le filiere del tessile, della pelletteria, degli accessori, della calzatura e della moda italiane sono attente a creare valore non solo economico, ma anche sociale ed ambientale.