Dopo un calo simile a quello del Tessile-Moda nel suo complesso (-20,1%) nel 2020 la moda donna sta risalendo la china nel 2021. Sulla base delle analisi effettuate dal Centro Studi di Confindustria Moda per Sistema Moda Italia il primo semestre 2021 ha visto risalire le vendite estere da aprile a giugno (+72,1%) per un parziale semestrale del +27,6%.
La confezione cresce del +22,9%, la maglieria esterna del +38,1%, la camiceria del +16,9%, mentre l’abbigliamento in pelle del +31,7%. Ma ancora i numeri non consentono di tornare ai livelli del 2019.
Sia la UE sia l’extra-UE presentano un ritorno alla crescita (+25% e + 29,8%) ed i primi quindici paesi di destinazione sono tutti caratterizzati da incrementi delle esportazioni di womenswear made in Italy, con solo due eccezioni – Regno Unito e Austria. Al primo posto (13,0% sul totale) la Francia (+37,2%), poi la Svizzera (hub logistico-commerciale per successive riesportazioni in altri mercati mondiali) con +27,3%, e terza la Germania (+18,7%).
+98,2%per la Cina dopo l’attenuarsi degli effetti della pandemia. Gli Stati Uniti si confermano uno dei principali mercati del womenswear e crescono del +11,9%; bene anche la Russia (+30,1%).
Il confronto con i primi sei mesi del 2019, ovvero con i valori pre-pandemici, dice che rimane un gap di 107 milioni di euro (-2,4%), ma le esportazioni di moda donna verso i primi quattro sbocchi ovvero Francia, Svizzera, Germania e Cina hanno superato i livelli del primo semestre di due anni fa, mentre Stati Uniti, Hong Kong, Spagna, Russia, Giappone e Regno Unito sono rimasti a livelli inferiori.
A livello di tipologia di prodotto meglio del 2019 ha fatto la maglieria (+9,4%), meno bene camiceria e confezione (-14,2% e -7,1%). Idem l’abbigliamento in pelle al -6,6%.