Pitti Filati è dietro l’angolo: da mercoledì a venerdì, nella ritrovata e storica sede della Fortezza da Basso di Firenze, l’eccellenza della filatura si ritroverà per una tre giorni di incontri ed affari e gli imprenditori pratesi saranno in prima fila.
Per loro sarà un’edizione nel segno della sostenibilità e del benessere animale e non limiterà solo all’attività all’interno degli stand grazie ad un evento collaterale in programma per giovedì 30.
Sono oltre 80 le imprese produttrici di filati del distretto pratese (contando solo quelle che hanno rapporti autonomi col mercato, non le filature contro terzi), con 1500 addetti diretti, e tutte hanno recuperato quel 25% di fatturato perso nel 2020.
Il valore della produzione 2022 potrebbe superare i 620 milioni dell’ultimo anno pre-covid, il 2019, visto che la produzione del primo trimestre ha segnato un +27,8% rispetto allo stesso periodo del 2021 e +9,8% rispetto al quarto trimestre del 2021, mentre il confronto con la media del 2019 dà +12,5%.
Anche nell’export u numeri sono ottimi: +4% in valori rispetto al primo trimestre del 2019 (+42,1% rispetto al 2021). L’export rappresenta il 55% del fatturato dei produttori di filati per maglieria (meno invece per i filati da tessitura, assorbiti per lo più dal mercato interno). Germania (10,2%), Romania (luogo di produzione di maglieria per importanti brand a 9,8%) e Francia (5,4%) i maggiori sbocchi nel continente, mentre fuori Europa tra Hong Kong e Cina si arriva al 15,9%.
A trainare i numeri c’è anche la qualità e la sostenibilità dei prodotti. Proprio per questo è stato organizzato il workshop “Animal Welfare: the resilient supply chain of animal textile fibers production” che il gruppo Produttori di filati della sezione Sistema moda di Confindustria Toscana Nord ha messo in programma per giovedì 30 alle ore 14.30 alla Fortezza da Basso: invitate le filiere produttive di fibre pregiate come lana, cashmere, mohair e alpaca con le principali associazioni internazionali di allevatori (BTB Ltd SA, Mohair South Africa, Schneider Group, International Alpaca Association, Sustainable Fibre Alliance).
I loro interventi saranno preceduti da brevi relazioni di Francesca Rulli, CEO e fondatrice di Process Factory, e di Bronwyn Botha di Textile Exchange, organizzazione globale no profit che ha come finalità l’evoluzione verso una moda sostenibile e che è promotrice fra l’altro delle certificazioni delle fibre di lana e mohair RWS e RMS e del tessile riciclato GRS.
Aprirà i lavori Raffaella Pinori, coordinatrice del gruppo di CTN: “Come filatori pratesi – anticipa Pinori – andiamo in fiera certi della qualità dei nostri prodotti e con segnali di forte interesse da parte dei nostri clienti. Viviamo tempi difficili, segnati, oltre che da preoccupazioni di carattere generale e dal problema comune a tutti dell’incremento dei costi energetici, da approvvigionamenti di materie prime tessili difficili e onerosi. Questo però è uno stimolo in più a dare il meglio delle nostre capacità. Col workshop intendiamo sottolineare come le filiere produttive siano qualificate, tracciate e pronte a rispondere alle esigenze del consumatore attento al benessere degli animali, cui dobbiamo fibre di eccezionale valore. I grandi passi avanti fatti in questo ambito devono essere non solo concreti come già in gran parte sono, ma anche ben documentabili per dare tranquillità ai consumatori sull’eticità dei loro acquisti. Su questo vogliamo assicurare il nostro impegno e la disponibilità a lavorare con le associazioni che si occupano di questo tema a livello internazionale”.






