Un mini-tour iniziato all’Espace Commines di Parigi e da concludere al 450 West di New York: Feel the Yarn, il brand del Consorzio Promozione Filati sta attraversando i continenti, con tappa intermedia all’One Marylebone di Londra.
Col loro workshop itinerante i filatori italiani stanno dando continuità ad un lavoro iniziato già prima di Pitti Filati portando in giro la qualità dei loro prodotti. La formula è snella: una location centrale in città importanti, un tavolo, tanti campionari a fare da cornice e agendo con gli appuntamenti.
Il via a Parigi, nel Marais, tra palazzine eleganti e negozi di moda: l’Espace Commines è un ampio stanzone con soppalco adibito a spazio ristorazione che, quando si tratta di made in Italy, non è particolare da trascurare.
39 le aziende presenti (36 filature e 3 maglifici, quasi tutte socie del CPF), alcune reduci da Pitti Filati, altre legate da tempo al Consorzio. Tra i tanti rappresentanti, agenti e imprenditori c’è anche l’ex presidente del Consorzio Federico Gualtieri.
“Questa è una formula che anche nel post pandemia sta funzionando bene – dice – e dopo un buon Pitti non era scontato avere successo anche a Parigi”.
Chi viene a questi workshop?
Clienti che non sono venuti a Firenze, oppure che non hanno fatto a tempo a completare il giro delle aziende, tutti di fascia media e alta. Ovviamente non russi e ucraini, che comunque per noi hanno un impatto diretto nullo, mentre pesano di più sul prodotto finito realizzato non i nostri filati.
La chiusura forzata della Cina che effetto ha avuto?
La Cina è forte ma adesso ha un mercato ristretto. C’è da dire che le loro ora sono filature di spessore e con prodotti di qualità e quindi la chiusura delle frontiere ha chiuso anche il flusso verso l’Europa. Quindi stiamo assistendo ad un ritorno della produzione di filati pettinati e cardati nel bacino del Mediterraneo.
Come Filpucci venite dall’acquisizione di una grossa fetta della Valfilo, ma ormai le filature sono merce rara.
Vero, c’è una corsa all’acquisizione o di attività in chiusura o di attività, come la valfilo, che assicurano qualità e buona tempistica. Una appena venduta è la Titanus, di Montemurlo, che sarà convertita in filatura da maglieria.
Com’è iniziata la presidenza Enoch?
Molto bene. Sono contento per la scelta che abbiamo fatto perché Enoch è un biellese con carattere pratese, a conferma del carattere ormani nazionale del consorzio. E’ sempre stato molto presente in consiglio, dimostrando grande serietà.