E’ stata la transizione sostenibile della filiera della moda il tema della prima giornata dei lavori della 2′ edizione del “Venice Sustainable Fashion Forum”, l’evento promosso da Sistema Moda Italia, The European House – Ambrosetti e Confindustria Veneto Est – Area Metropolitana Venezia Padova Rovigo Treviso.
Una giornata ricca di interventi, da Flavio Sciuccati di The European House (“c’è urgenza per il nostro settore che sconta un grave ritardo rispetto ad altri settori più virtuosi. Basti pensare, sul lato della sostenibilità sociale, la rimozione collettiva della tragedia del Rana Plaza di 10 anni fa”), Sergio Tamborini (nella foto), presidente di Sistema Moda Italia (“la svolta sostenibile è un processo irreversibile per riscrivere le sorti della produzione italiana e l’intento di SMI è sottolineare l’urgenza che il tema deve rivestire anche nell’agenda politica”) a Leopoldo Destro, presidente di Confindustria Veneto Est (“la transizione sostenibile non è più una scelta per l’industria del sistema moda, è una via obbligata, un driver di crescita e una consapevole responsabilità. Il 66% delle imprese del settore in Veneto ha già un responsabile dei temi ESG, il 50% una strategia. Per converso, solo il 17% pubblica un report di sostenibilità e la larga maggioranza (87%) non ha ancora un sistema di premialità delle performance ESG”).
Carlo Cici di The European House – Ambrosetti ha presentato la 2′ edizione di “Just Fashion Transition 2023”, l’osservatorio permanente sulla transizione sostenibile della moda: abbigliamento, calzature e pelletteria analizzate attraverso oltre 2.800 aziende italiane ed europee. Sono state valutate le performance ESG di 366 aziende della filiera italiana ed effettuato un benchmark delle prestazioni di sostenibilità delle prime 100 aziende europee.
La mattinata di lavoro si è conclusa con una sessione (intitolata “Global Action Required: Persinstent Environmental and Economic Issues”) dedicata alle questioni ambientali ed economiche e alle azioni richieste in questi ambiti, in particolare in relazione alla contaminazione delle acque e alla conservazione della biodiversità. Si è poi discusso di cambiamento comportamentale dei consumatori in base alle loro scelte di acquisto nonché delle motivazioni psicologiche dietro al fast fashion.
Nel primo pomeriggio il messaggio del Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, che ha evidenziato che “l’impegno e la resilienza degli imprenditori di questo settore sono emersi con forza in un periodo complesso, contraddistinto da rincari dei costi energetici e delle materie prime, che hanno generato ripercussioni inflazionistiche e un rallentamento della domanda. È arrivato il momento di unire le forze per trovare soluzioni e rendere la moda sostenibile sempre più accessibile”.