Acimit guarda all’innovazione per riprendere la crescita

I produttori italiani di macchinari per il tessile si sono incontrati a Milano per l’annuale assemblea generale di Acimit e c’è stata l’occasione per presentare i dati del settore relativi al 2023, che evidenziano una produzione in calo.

Necessario quindi mantenere il focus sull’innovazione, come ha ricordato il presidente Marco Salvadè: nel 2023 la produzione è diminuita del 16%, attestandosi a un valore di 2,3 miliardi di euro, come hanno fatto anche le esportazioni, anch’esse in calo del 16% (2 miliardi euro). Cina, Turchia, India e Stati Uniti restano le principali destinazioni ma l’anno scorso la domanda di macchinario in questi mercati è stata debole, con qualche segnale positivo è arrivato a inizio 2024 da Cina, Egitto, Pakistan, Brasile e Giappone.

“Il 2024 – ha detto Salvadè – sarà caratterizzato ancora da molte incognite, dovute soprattutto all’incertezza della situazione geopolitica e alle fluttuazioni della domanda finale”, ma è in ritardo anche la piena attuazione del piano Transizione 5.0. “Ora ci sarà da recuperare il tempo perduto, dato che gli incentivi sotto forma di credito d’imposta saranno validi solo per il biennio 2024-2025” ha concluso il presidente.

Dopo il confronto tra associati si è aperta la parte pubblica, con un dibattito che ha affrontato il tema del riciclo delle materie tessili. Dopo i saluti del presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, la discussione è stata introdotta da Aurora Magni, docente LIUC e presidente di Blumine: con lei Grazia Cerini, Ad e direttore generale di Centrocot, Luca Campadello, manager di Erion Textiles, consorzio dedicato ai rifiuti di prodotti tessili, Giovanni Santi, Ad di Beste e Leader Business Textile Unit di HModa e lo stesso Salvadè.

Ovviamente si è parlato di indirizzi legislativi dell’Unione Europea, di responsabilità estesa del produttore, della regolamentazione delle esportazioni di rifiuti e del divieto di distruzione dell’invenduto.

Alle tecnologie spetta il ruolo importante di fornire soluzioni alle imprese impegnate nella nuova filiera della circolarità: dalla selezione e cernita dei capi alle fasi di preparazione fino ai processi di riciclaggio. Il tessile e meccanotessile italiani possono essere pienamente valorizzate in questa fase, come dimostrano l’esperienza decennale del distretto di Prato, i nascenti consorzi EPR e le attività e le sperimentazioni avviate da singole imprese meccanotessili e tessili.

Condividi articolo
Matteo Grazzini
Matteo Grazzini