Norme, regolamenti, chimica, ambiente ma non solo nella chiacchierata con Alberto De Conti, responsabile di Rudolf Hub1922, col sottofondo vivace di Denim Première Vision.
L’occhio dell’esperto, impegnato da un lato a promuovere le nuove soluzioni frutto della ricerca e dell’innovazione dell’azienda, e dall’altro a valutare il contesto in cui si muove il tessile-abbigliamento italiano.
Ne esce fuori un quadro a tinte a volte indefinibili, con il pragmatismo che si mescola alla voglia di innovare, la realtà che cozza con la fantasia, il passato che condiziona il futuro. “Siamo in un contesto che paga ancora il post Covid – dice De Conti – con il passaggio da magazzini stracolmi di prodotti da vendere, piazzati poi online in tutto il mondo, alla paura di riempirli di nuovo e trovarsi con troppi invenduti. Quindi sono diminuiti gli ordini ma le aziende sono ancora strutturate per i numeri pre Covid ed è difficile fare programmazione, credo che anche i prossimi sei mesi saranno difficili per il settore”.
Poi una frecciata alla filiera, soprattutto a valle, e ai consumatori: “Rapporto tra chimica e ambiente? Non importa quasi a nessuno. Si producono soluzioni per la chimica migliori solo se è la legislazione che cambia a chiederteli, come successo coi bisfenoli. E’ ancora il prezzo la discriminate maggiore. E’ anche questo che provoca un appiattimento dei prodotti, anche nel finissaggio. Ed il fenomeno del second hand, come dimostra Vinted, o del quasi usa e getta di Shein lo conferma”.
Ma ci sono due ragioni per le quali la ricerca di nuove tecnologie prosegue: “Una è più filosofica – spiega De Conti – e riguarda l’esaurimento naturale e progressivo di risorse naturali come il petrolio, l’altra è legata alla legislazione sul carbon footprint, che ci obbliga a rispettare sempre più l’ambiente. Ora siamo in un momento di massima disponibilità di offerta, mai visto tanta innovazione a disposizione delle aziende, ma nei negozi di tutto questo arriva poco perché il filtro principale rimane il margine di guadagno”
Sul fronte del Corporate Carbon Footprint e del Product Carbon Footprint Rudolf ha creato la gamma Bio-Logic, con 69 ausiliari chimici tessili con contenuto di carbonio bio-based compreso tra il 25% e il 100%. Ne fanno parte prodoti come il Feran Bio Icr e il Ruco-Pur Bio Slb, due agenti idrofilizzanti che migliorano il comfort nei tessuti in poliammide, entrambi derivati da carbonio bio-based.
Per restare sul denim che fa da sfondo all’intervista ci sono il Ruco-Special Lsm, un levigante laser che consente effetti laser naturali, a base di carbonio bio-based, e il Rucolase Dws, una soluzione bio-abrasiva, senza utilizzo di acqua, per il lavaggio sostenibile dei jeans.
Il salone milanese ha fatto da vetrina anche al frutto della collaborazione con la giovane stilista Sasha Neema Ponte (nella foto un capo), la collezione Convenienter Naturae Vivere presentata in anteprima a Performance Days che fonde chimica bio-based, biomimetica e tecnologie performanti.
“Il nostro obiettivo è riconnettere le persone con la natura, anche negli spazi urbani – afferma la stilista – e la collezione è un approccio alla moda molto nuovo, credibile e consapevole”.