CTN, produzione in calo, ma non per tutti

Non si inverte la curva della produzione industriale di Lucca, Pistoia e Prato, in calo, sia pure lieve, anche nel secondo trimestre. Nei territori di Confindustria Toscana Nord giugno ha chiuso a -1,8%, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente: l’effetto dazi Usa da un lato è stato destabilizzante e dall’altro ha prodotto una corsa ad anticipare ordinativi per effettuare le importazioni prima dell’entrata in vigore del nuovo regime.

Un ruolo importante è stato quello dell’apprezzamento dell’euro sul dollaro: +13% dall’inizio dell’anno alla fine di giugno. Una situazione che ostacola l’export europeo verso gli Stati Uniti, che vale 800 milioni di euro, pari al 7,6% del totale dell’export delle tre province.

“Il tessile – osserva la presidente di Confindustria Toscana Nord Fabia Romagnoli – perde solo mezzo punto rispetto alla media del 2024, mentre l’abbigliamento è addirittura in sensibile crescita, a quota +5%. Sono dati complessivamente abbastanza rassicuranti, anche se distribuiti a livello settoriale in maniera piuttosto insolita: settori molto presenti sul territorio, che vengono in qualche caso da ripetuti segni meno, sembrano essere giunti a un punto di tenuta, mentre altri che mostrano qualche incertezza hanno alle spalle fasi così positive da non destare preoccupazioni. Sarà un autunno complicato. Le imprese si aspettano da Unione Europea e Governo nazionale la massima attenzione”.

A Lucca torna in positivo la moda, +3,5% dopo una serie fortemente critica, mentre a Pistoia lo stesso settore segna il passo: tessile -6,8%, cuoio e calzature (-12,4%. Positivo invece l’abbigliamento/maglieria (+4,3%).

Prato rimane complessivamente in territorio negativo (-2,9%), col tessile a -2,5% (ma il dato italiano è a -8,1%) e rispetto alla media del 2024 è sostanzialmente stabile. Nell’ambito del tessile è stato positivo per il secondo trimestre consecutivo, a quota +2,9%, il comparto tessuti, che comprende prodotti sia per l’abbigliamento che per usi diversi. -4,5% invece per i filati. L’abbigliamento/maglieria registra un aumento della produzione di +2,7%, il meccanotessile è purtroppo negativo in doppia cifra, -10,4%.

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Matteo Grazzini
Matteo Grazzini