Presentato a Lariofiere lo studio strategico territoriale “Il futuro dell’area del Lario, della Valtellina e della Valchiavenna: una visione di co-sviluppo”, frutto di un lavoro che Confindustria Como e Confindustria Lecco e Sondrio hanno commissionato a Teha Group.
Un vademecum con le azioni prioritarie e i progetti-guida sui temi più importanti in ottica sistemica per l’area vasta che arriva dopo quasi due anni di lavoro, con il coinvolgimento di oltre 200 rappresentanti delle istituzioni e della politica, del sistema associativo e imprenditoriale, della ricerca e della formazione, che hanno preso parte alle 5 tappe di un roadshow nei tre territori, in colloqui individuali e focus group.
Il piano è stato illustrato da Lorenzo Tavazzi di Teha Group e subito dopo sono intervenuti i presidenti di Confindustria Como, Gianluca Brenna, e di Confindustria Lecco e Sondrio, Marco Campanari, oltre al senatore Alessio Butti, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri per l’Innovazione Tecnologica e la Transizione Digitale, e l’onorevole Matteo Salvini, vice presidente del Consiglio dei Ministri e ministro delle Infrastrutture e Trasporti.
“Un piano strategico – ha dichiarato Brenna – è un’opportunità che si presenta una volta ogni dieci anni per progettare il futuro a medio termine. Ci siamo concentrati sulle opportunità del territorio, individuando i driver di sviluppo e coinvolgendo tutti gli stakeholder locali. L’obiettivo era quello di realizzare uno studio inclusivo, che tracci delle linee guida concrete per lo sviluppo futuro di quella che abbiamo individuato come Area Vasta”.
“Ciò che conta davvero – ha aggiunto Campanari – è il concetto di territorio molto vasto, con specificità da salvaguardare, sul quale costruire il futuro, valorizzando al tempo stesso i tanti punti di contatto che permettono di creare sinergie. Il territorio ha il dovere di riprogettarsi continuamente. Questa occasione è stata quindi fondamentale per immaginare il nostro percorso da qui ai prossimi quindici o venti anni”.
Nel descrivere il piano Tavazzi ha parlata di “aree di miglioramento, in cui le sinergie tra le tre province saranno determinanti per rafforzare la competitività del sistema economico-produttivo locale”.
Lo sviluppo economico e produttivo dell’area vasta dell’Alta Lombardia è trainato da sei filiere-chiave, con la moda che rappresenta 2,1 miliardi di euro di fatturato, per il 20% riconducibile alla produzione serica.
Tra le prime necessità individuate ci sono i collegamenti tra le tre province e Milano (SS36, SS340, SS639), con il completamento della rete ferroviaria, in parte ancora a binario unico (80% nel Lecchese). Possibili interventi strategici sono: progetti basati su multimodalità, sostenibilità e accessibilità alle aree montane e turistiche, la creazione di una piattaforma intermodale ferro-gomma connessa alle reti TEN-T, soluzioni alternative per la galleria del Monte Piazzo e il traforo del Mortirolo per collegare Valtellina e Valcamonica. Ulteriori ambiti d’intervento riguardano il trasporto lacuale e la connettività digitale. Infine, la vicinanza agli scali aeroportuali di Milano Malpensa, Milano Linate e Bergamo-Orio al Serio rappresenta un vantaggio competitivo per il sostegno all’export di merci e al turismo internazionale.
Lo studio ha poi elaborato una roadmap articolata in 7 ambiti prioritari d’intervento per lo sviluppo futuro e la valorizzazione dell’area vasta di Como, Lecco e Sondrio come driver competitivo per la Lombardia: si spazia da interventi a sostegno del rafforzamento dell’industria manifatturiera fino a progetti collegati alla transizione digitale ed energetico-ambientale, senza dimenticare azioni su pilastri portanti per la competitività dell’area (capitale umano, turismo, rete infrastrutturale e servizi per la collettività).







