Patagonia presenta un bilancio sul proprio impatto ambientale

A cinquantadue anni dalla fondazione e a tre anni dal nuovo assetto proprietario, Patagonia pubblica un bilancio che racconta i progressi compiuti nell’impiego del proprio modello di business come leva per affrontare la crisi climatica ed ecologica. Il primo Work in Progress Report di Patagonia è la panoramica più completa che l’azienda abbia mai pubblicato sull’impatto della propria attività, sia positivo che negativo.

L’azienda di abbigliamento outdoor con sede a Ventura offre una panoramica completa sul proprio impatto commerciale, sulla struttura proprietaria e sul suo contributo ambientale. “Vogliamo mostrare ai nostri dipendenti, clienti e alla comunità in quali ambiti stiamo ottenendo buoni risultati e in quali, invece, dobbiamo ancora lavorare – ha affermato Corley Kenna, Chief Impact and Communications Officer di Patagonia – Come si evince da questo report, non siamo perfetti, ma rimaniamo fermamente impegnati a migliorare tutti gli aspetti della nostra attività, dalla realizzazione di prodotti di altissima qualità al sostegno dei nostri dipendenti e della comunità di attivisti e ambassador. Questo documento è uno strumento di trasparenza, non un trionfo”. Non a caso il titolo del report è proprio Work in Progress. Alcuni risultati però ci sono già e sono importanti: a partire da questa primavera, l’80% dei tessuti sintetici viene realizzato con materiali riciclati (es. bottiglie di plastica monouso), ma solo il 6% è ricavato da rifiuti di recupero come tessuti post-consumo o reti da pesca, il 100% dei nuovi prodotti è privo di PFAS aggiunti intenzionalmente.

Nel settembre 2022, Patagonia ha annunciato che il fondatore Yvon Chouinard e la sua famiglia avevano ceduto la proprietà dell’azienda alla Holdfast Collective e alla Patagonia Purpose Trust. Questa struttura proprietaria consente all’azienda di preservare il suo obiettivo originario di salvare il pianeta. Gli utili in eccesso di Patagonia, ovvero il denaro che rimane dopo aver reinvestito nell’azienda, vengono distribuiti all’Holdfast Collective, un insieme di organizzazioni no profit che utilizzano il denaro per proteggere la natura e la biodiversità. Dal 2022 le donazioni alla Holdfast Collective sono state di oltre 180 milioni di dollari, 14,7 milioni di dollari sono stati distribuiti a 824 organizzazioni no-profit nel 2025 tramite il programma 1% for the Planet.

 

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