E’ certamente necessario contrastare con fermezza ogni forma di illegalità lungo la catena del valore del settore Moda. Confindustria Moda e Confindustria Accessori Moda sono ferme nell’affermarlo con una dichiarazione congiunta. Tuttavia, le stesse associazioni non nascondono una forte preoccupazione per la crescente spettacolarizzazione mediatica, che rischia di generare un danno profondo e ingiustificato all’immagine e conseguentemente all’economia dell’intero settore.
La Procura di Milano ha reso noto che 13 brand della moda di lusso sono coinvolti a vario titolo nelle inchieste della Procura di Milano sul caporalato lungo le filiere del made in Italy: Dolce & Gabbana, Prada, Versace, Gucci, Missoni, Ferragamo, Yves Saint Laurent, Givenchy, Pinko, Coccinelle, Adidas, Alexander McQueen Italia e Off-White Operating sono le case di moda che compaiono nei fascicoli sugli opifici cinesi clandestini come committenti che affidano la produzione ad appaltatori e subappaltatori che operano violando le leggi sul lavoro e sulla sicurezza. A loro il pubblico ministero Paolo Storari ha notificato ordini di consegna documenti, in particolare i propri modelli organizzativi di prevenzione e gli audit interni o commissionati ad advisor e consulenti, strumenti che sulla carta dovrebbero impedire la commissione dei reati. un approccio morbido, che concede tempo alle aziende per eliminare i caporali dalle linee di produzione e ristrutturare la catena di appalti e subappalti, scelta che probabilmente nasce dopo le polemiche per la vicenda Tod’s e Diego Della Valle.
Come evidenziato anche da Federazione Moda Italia-Confcommercio, il settore sta vivendo una fase già critica: dal 2021 in Italia hanno chiuso 23.000 punti vendita nel comparto moda. In un contesto così fragile, operazioni mediatiche così forti e non proporzionate aggravano ulteriormente le difficoltà già esistenti, generando sfiducia nei consumatori nazionali e internazionali, negli investitori e nell’intera filiera.
Le associazioni pertanto, da tempo impegnate in prima linea nell’ideazione ed elaborazione di sistemi di controllo, audit e monitoraggio validi ed efficaci, chiedono equilibrio, responsabilità e rispetto del lavoro di migliaia di imprese e centinaia di migliaia di lavoratori, affinché la doverosa lotta all’illegalità non si trasformi in un mero spettacolo mediatico, atto a procurare un danno irreparabile a una filiera che contraddistingue il valore del Made in Italy nel mondo.
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