Alaïa e Balenciaga: gli scultori della forma al Museo del Tessuto

Sabato scorso il Museo del Tessuto di Prato ha concluso il programma espositivo del suo cinquantesimo anniversario con l’apertura al pubblico di una mostra eccezionale che celebra due protagonisti dell’alta moda francese: Azzedine Alaïa e Cristóbal Balenciaga. Scultori della forma. Si tratta dell’esposizione di  50 abiti capolavoro dalla Fondazione Azzedine Alaïa di Parigi, disegni e bozzetti originali di Balenciaga, una mostra che giunge per la prima volta in Italia, nata dalla collaborazione con la Fondazione Azzedine Alaïa di Parigi presieduta da Carla Sozzani (presente venerdì  presentazione), curata da Olivier Saillard (anche lui presente), che si avvale del patrocinio dell’Ambasciata di Francia in Italia e della collaborazione di Balenciaga Archives di Parigi.

E’ proprio Carla Sozzani, figura chiave nel mondo della moda e presidente della Fondazione Azzedine a raccontare la nascita di questo progetto espositivo: “Nacque nel 2018 da un desiderio di Givenchy, grande ammiratore di Balenciaga. Fu lui a confidarmi il desiderio di una grande mostra che riunisse Azzedine e Balenciaga. Tre settimane dopo morì, ma la mostra è stata realizzata nel 2020 e oggi arriva a Prato, per la prima volta in Italia”.

Venticinque creazioni di Azzedine Alaïa dialogano con altrettanti capi di Cristóbal Balenciaga, in un confronto al di fuori del tempo.  Accanto ai capi, il Museo del Tessuto espone per la prima volta in Italia 12 disegni originali di Balenciaga datati tra il 1950 e il 1968, provenienti da Balenciaga Archives di Parigi. I disegni, alcuni dei quali riportano note tecniche per la sartoria e campioni di tessuto, sono affiancati da altrettante foto di indossato originali, testimonianze preziose e straordinarie del processo creativo dello stilista spagnolo.

Un lavoro lungo due anni come dice il direttore Filippo Guarini reso possibile anche grazie alla vicinanza di istituzione e aziende, come sottolinea la presidente della Fondazione Museo del Tessuto Fabia Romagnoli.

“Nella moda è come nell’arte: si prende ispirazione dai maestri che ci hanno preceduto, i più bravi – sottolinea il curatore Olivier Saillard – È significativa la scelta di portare a Prato un progetto espositivo di questo spessore, che racchiude anche un messaggio per gli stilisti: ovvero, la valorizzazione della materia prima rispetto al capo finito. Tutto nasce e finisce con il tessuto“. E certamente Alaïa e Balenciaga hanno saputo valorizzare al meglio i tessuti, entrambi con un lavoro di couture svolto anche con le loro mani, con l’attenzione alla perfezione sartoriale, la valorizzazione delle forme del corpo femminile. Entrambi di umili origini hanno appreso l’arte del cucito in ambito familiare per poi arrivare a un successo vissuto senza piegarsi alle esigenze del mercato: Balenciaga preferisce chiudere l’atelier piuttosto che convertirsi al prêt-à-porter e Alaïa pone fine all’incessante rincorrersi delle collezioni, scegliendo autonomamente i momenti più opportuni per presentare il proprio lavoro. Balenciaga dà forma alle sue architetture con le lane, i rasi, le sete e l’innovativo “gazar” da lui inventato nel 1958, Alaïa trasforma il tessuto a maglia e utilizza la pelle per scolpire e modellare i corpi.

La mostra sarà visitabile fino al 3 maggio.

 

 

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