Tempo di assemblea annuale anche per Assomac, l’associazione dei costruttori di tecnologie per calzature, pelletteria e conceria che si è radunata a Vigevano.
“Assomac – afferma Gabriella Marchioni Bocca, presidente di Assomac – è percepita come un’associazione vivace . Ogni giorno lavoriamo cercando di confrontarci il più possibile con gli associati, dando vita, così, a progetti e azioni che possano essere di reale e concreto supporto alle imprese. Rientra nelle nostre attività quotidiane l’impegno a supportare efficacemente i cambiamenti e le sfide che un mondo in continua evoluzione pone di fronte. Sul fronte nazionale non siamo in grado di prevedere cosa potrà fare il nuovo Governo. Certo senza entrare nel merito politico, auspichiamo che siano preservate le istanze del sistema imprenditoriale, che questo Paese possa continuare a essere un Paese industriale e leader nelle esportazioni, che le aziende possano essere supportate nella ricerca e nell’innovazione dei processi e dei prodotti, tenendo alto il valore del made in Italy nel mondo”.
Il dibattito, dal titolo “L’azienda che vorrei”, ha coinvolto il professor Raffaele Secchi della LIUC Business School e si è concentrato su come si possano sviluppare modelli organizzativi efficienti e gestire al meglio i processi produttivi in un contesto internazionale in profondo mutamento: più personalizzazione, flessibilità, riduzione dei costi, ripensamento dei processi aziendali, organizzazione della produzione in ottica lean e digitalizzazione. Ma tra i punti cardine dell’associazione rimangono anche formazione e capitale umano.
“Quest’ultimo anno – conclude Gabriella Marchioni Bocca – è stato complesso sotto molti punti di vista . È stato un anno di considerevoli instabilità a livello mondiale ma anche di successi e di soddisfazioni per quanto riguarda Assomac. Il nostro settore ha chiuso l’anno in positivo, con una crescita media del 10%. Eppure, avvertiamo la sensazione di un certo rallentamento, dopo un quinquennio di dati in crescita. Potrebbe trattarsi di un calo fisiologico, alla luce degli alti tassi di crescita registrati negli ultimi anni, oppure, più in generale, di una reazione alla situazione di incertezza a livello internazionale, in relazione alle politiche protezionistiche minacciate o messe in atto da alcuni Paesi. Politiche protezionistiche che potrebbero portare a gravi ripercussioni sull’Italia che è tra i principali Paesi esportatori al mondo. Gravi ripercussioni anche per noi che esportiamo quasi il 75% delle nostre produzioni”.
Per quanto riguarda il Progetto Targa Verde sono già 30 le aziende che hanno aderito, mentre è continuata l’attività di promozione nel mondo, in collaborazione col Ministero dello Sviluppo Economico e di ICE-Agenzia. Sono stati raggiunti risultati importanti e poste le basi per la realizzazione di nuovi progetti in Egitto, Pakistan, Cuba, Vietnam, Colombia, Bosnia ed Erzegovina, Iran e Russia.