E’ iniziato domenica lo sciopero a oltranza dei lavoratori di alcune aziende a conduzione cinese del Macrolotto di Prato. Operai, soprattutto extracomunitari, che incrociano le braccia per difendere i propri diritti e sfuggire alla pratica, consueta in certi ambienti, dello sfruttamento dei lavoratori.
Lo sciopero è stato indetto dal sindacato Sudd Cobas Prato-Firenze, che definisce la protesta “strike days”: “Conquistare i diritti dei lavoratori che hanno smesso di lavorare 12 ore al giorno 7 giorni la settimana, aiutiamo il movimento 8×5 ad arrivare dove le cose sono più difficili, ovvero nella miriade di piccoli capannoni dello sfruttamento. Dimostriamo tutte insieme, ancora una volta, che l’impossibile può diventare possibile. Che si può sindacalizzare l’insindacalizzabile” dice l’organizzazione.
Gli operai sono in gran parte pakistani, costretti a lavorare troppo, mal pagati e in scarsa sicurezza.
Cinque per ora le aziende bloccate o penalizzate dallo sciopero, tutte a gestione cinese: di queste due sono già capitolate davanti alla protesta. La Stireria Tang ha concesso contratti indeterminati di otto ore per cinque giorni a tutti i dipendenti. Ed anche alla Tessitura Sofia i lavoratori sono rientrati in fabbrica con turni di 8 ore.
Foto tratta dal profilo Instagram del Sudd Cobas Prato-Firenze