Le esportazioni continuano ad essere determinanti per la congiuntura economica dell’industria biellese: lo affermano i dati relativi al IV trimestre 2014 diffusi dalla Camera di Commercio, mentre il sondaggio Uib segnala anche imprenditori un po' meno ottimisti.
Un futuro un po’ grigio insomma. I numeri della produzione scendono di poco (-0,4%), in controtendenza con l’andamento regionale che tra ottobre e dicembre ha segnato un +2,1%. Il risultato è frutto principalmente degli andamenti negativi di filatura (-5%), Altre industrie tessili (-2,1%) e Altre industrie manifatturiere (-2,4%). Si posizionano nettamente meglio Tessitura, Finissaggi e Industrie meccaniche, tutti in saldo positivo, ma soprattutto continuano a crescere gli ordinativi dall'estero, a fronte di un mercato nazionale ancora poco propenso all'acquisto che continua la fase discendente posizionandosi ad un -2,2% di ordini.
“I dati ci danno dei risultati in chiaroscuro – ha commentato Andrea Fortolan, presidente della Camera di Commercio di Biella – Se complessivamente la produzione è calata di un piccolo 0,4%, le vendite fuori confine confermano l'eccellenza e l'apprezzamento verso le produzioni tessili locali: gli ordinativi dall'estero crescono del 3,6% e il fatturato ottenuto verso i mercati internazionali registra un +2,1%. Certo il clima politico internazionale colmo di incertezze, dalla crisi ucraina all'instabilità del Medio Oriente e del bacino del Mediterraneo, non aiuta le nostre industrie e questo è un ulteriore stimolo da parte nostra a supportarle nel processo di internazionalizzazione, perché possano superare le difficoltà di alcuni mercati trovando nuovi sbocchi”.
Ci sono però prospettive positive, come ha sottolineato sottolinea il vicepresidente Uib Emanuele Scribanti: “Ci sono elementi che potranno avere effetti positivi nel lungo periodo quali il cambio favorevole dell'euro rispetto al dollaro, la diminuzione del prezzo del petrolio e il perdurare della politica monetaria espansiva europea: tutti elementi che, se sostenuti da un'adeguata politica industriale da parte del Governo, potranno permettere alle nostre imprese di risollevarsi dalla crisi e agganciare la ripresa”.
Un ottimismo che non tutti gli imprenditori biellesi condividono se i dati previsionali stilati proprio dall'Unione industriale per il I trimestre 2015 danno le principali categorie di previsione ancora in positivo, ma con una diminuzione dei saldi percentuali. Il saldo sulla produzione passa dal precedente 12,8% all'attuale 5,3%, gli ordini totali scendono dall'8,3% al 4,3%, anche gli ordini esteri sono in forse, lo scorso trimestre metteva in campo un più che positivo 19,2%, che ora si riduce ad un saldo del +5,8. Sempre negativo il saldo sulla redditività (-5,3%).
Venendo al dato più positivo, l’export biellese nel 2014 è cresciuto rispetto al 2013 del 3,7%, raggiungendo la quota di 1,6 miliardi di euro. È questo il valore della vendita all’estero dei prodotti della provincia, con un particolare aumento per quanto riguarda i settori del tessile, dell’abbigliamento, degli alimentari e dell’agricoltura, secondo i dati della CCiaa biellese.
L’Unione Europea si conferma essere la destinazione principale delle esportazioni biellesi, con il 56,8% delle vendite all’estero. Positive le esportazioni verso Germania (+0,9%), Regno Unito (+2,5%), Romania (+15,3%), Portogallo (+25,6%), Bulgaria (+21,1%), Polonia (9,7%), Paesi Bassi (+5,3%), Belgio (+8,2%) e Repubblica Ceca (+65,4%). Diminuiscono Francia (-10,4%), Austria (-11,8%) e Spagna (-2,3%). Al di fuori dell’Ue salgono Svizzera (+10,4%), Turchia (+15,7%), Giappone (+4,2%), Stati Uniti (+15,8%) e soprattutto Corea del Sud (+41,7%). In decremento le esportazioni verso la Cina (-9,7%), Hong Kong (-7,4%) e la Russia (-5,7%).
“L’export continua a rappresentare il principale motore della nostra economia e, nonostante il rallentamento di alcuni importanti mercati, si è registrata una dinamica positiva di altri Paesi – ha dichiarato Fortolan – I dati emersi a livello locale sono incoraggianti, in particolare, le vendite all’estero dei prodotti del tessile/abbigliamento, che rappresentano il 77% dell’export provinciale, rilevano buoni risultati in tutti i comparti”.
17/3/2015





