Botto Giuseppe: fatturato 2019 stabile

L’azienda piemontese di tessuti e filati pregiati, nata nel 1876 a Valle Mosso (BI), dà comunicazione di un  fatturato 2019 stabile rispetto al 2018, quando si assestò fra i 63 e i 64 milioni di euro.  I suoi clienti sono quasi completamente confezionisti. Primo mercato è l’Italia, con oltre il 35% del fatturato, anche perché è luogo di produzione fondamentale per quasi tutto il comparto del lusso. Il secondo sbocco rimangono gli Stati Uniti e nel corso degli anni il terzo mercato dell’azienda biellese è diventato la Cina. Proprio a quest’ultimo mercato si riferisce Silvio Botto Poala, Amministratore Delegato della Botto Giuseppe: “Mercato importantissimo di vendita diretta del nostro prodotto ai marchi locali, che è tale anche indirettamente, perché i clienti in loco comprano anche dai nostri clienti diretti”.

E’ certamente da considerare che i pochissimi mesi che ci separano dalla chiusura di quel fatturato hanno davvero stravolto la realtà e lo stesso Botto Poala lo sottolinea: “La situazione che stiamo vivendo certamente influenzerà e non poco i dati di volume d’affari, nostri e di tutto il settore tessile, nel 2020, più degli incendi in Australia, a cui le nostre fattorie in loco hanno sopperito cercando ad esempio nuovi pascoli più lontani per le pecore”. Il mercato con maggiore crescita nello scorso anno è stata la Francia, dove è stato cambiato l’agente locale, seguita dal Giappone.

Ovviamente resta fermo l’impegno di Botto Giuseppe a garantire sostenibilità e tracciabilità dei suoi prodotti, lavorando la gamma di filati sostenibili negli stabilimenti di Valle Mosso (BI) e Tarcento (UD) che utilizzano fonti rinnovabili a zero impatto ambientale, certificati Cradle to Cradle, il rigoroso sistema di certificazione della filiera che utilizza 5 criteri per valutarne il livello di sviluppo durevole: rifiuti, salute, consumo energetico, risorse idriche (intese come spreco e inquinamento delle acque) e utilizzo delle risorse umane. In ognuna di queste voci, Botto Giuseppe ha certificazioni Gold, e nel capitolo legato alla salute ha ottenuto la certificazione Platinum, quella massima.

“La vera sostenibilità è un percorso continuo e complesso, ma non la ritengo una scelta, ma un dovere”, continua Botto Poala.

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