A sei anni dalla chiusura del BuzziLab un’assoluzione piena per tutte le persone coinvolte mette la parola fine ad una vicenda giudiziaria che ha avuto come unico esito l’interruzione di uno dei servizi che rappresentavo un fiore all’occhiello per Prato.
“Epilogo di una vicenda avvilente” dice in un comunicato Confindustria Toscana Nord che, dopo l’ultimo responso della Corte dei conti, si lascia andare ad un commento amaro: “L’attività del BuzziLab – scrivono in via Valentini – era quindi legittima, non solo in sé ma anche nelle modalità con cui era condotta. E coloro che a vario titolo la conducevano, esposti alle conseguenze materiali e morali della condizione di indagati, non si erano resi colpevoli di irregolarità. È stato un macroscopico errore chiudere improvvisamente il laboratorio, bloccarlo per due settimane e poi riavviarne l’attività senza che vi fossero più le condizioni e, soprattutto, le risorse umane per svolgerla al meglio. Di più: è stato un danno enorme, dimostrando che, come scrivevano in termini forti in quei mesi difficili, le istituzioni scolastiche non avevano capito cosa il Buzzi rappresenti per Prato, non solo dal punto di vista delle sue finalità istituzionali ma anche in termini identitari e di affezione. Quell’atto è stato vissuto come uno schiaffo alla città, che a sua volta rappresenta per il Buzzi qualcosa di più del territorio che lo ospita: è il suo ecosistema, nel senso più pieno del termine. Le risorse che arrivavano dall’attività del BuzziLab andavano in gran parte nel bilancio della scuola, che ne traeva benefici rilevanti, a vantaggio di tutti gli indirizzi della scuola, dal tessile a tutti gli altri”.
Adesso Confindustria Toscana Nord sottolinea che fu, assieme a molte aziende sue socie, fra i soggetti che firmarono l’esposto per denunciare il danno che la scuola e la città avevano subito con la chiusura del BuzziLab.