Caro candidato, sappi che…

Richieste precise, impegni da assumersi e un rapporto diretto col distretto, il tutto tenendo ben presente la disillusione forte dei cittadini e anche quindi degli imprenditori nei confronti della politica. Con queste basi si è svolto l'incontro tra alcuni politici pratesi candidati alle prossime elezioni politiche e lil Consiglio Direttivo dell'Unione Industriale Pratese. Assente giustificato da impegni nazionali Riccardo Mazzoni e quindi il Pdl (che comunque riceverà, al pari di tutti i candidati, il documento dell'Unione), presenti Matteo Biffoni per il Partito democratico ed Edoardo Nesi di Scelta civica con Monti per l'Italia.
Un incontro costruttivo, dicono all'Unione, all'insegna della franchezza, dove non sono mancate né da parte degli imprenditori dichiarazioni di forte disillusione nei confronti della politica ma anche di speranza in un cambio di passo, né da parte dei candidati – accanto ad impegni precisi e positivi a farsi carico dei problemi del territorio – ammissioni delle difficoltà di incidere sui punti più dolenti per le imprese. L'Unione ha consegnato ai candidati un documento che integra e approfondisce – in conseguenza delle peculiarità del sistema produttivo locale – i tre punti nodali dei costi di energia e gas, dell'accesso ai mercati e dell'etichettatura di origine.
“L'Unione ha un metodo di lavoro ben preciso: non si fanno affermazioni se non in maniera documentata, basata su una conoscenza puntuale della realtà e corredata da numeri e dati” afferma il presidente dell'Unione Industriale Pratese Andrea Cavicchi “In questa ottica la funzione dell'ufficio studi dell'associazione è strategica ed è anche all'origine del documento che abbiamo fornito alle forze politiche. Ci siamo messi a disposizione anche per il futuro: i candidati giustamente hanno sottolineato l’attenzione che si deve avere da parte della politica nei confronti degli effetti veri e reali delle loro decisioni. Ebbene, per quanto riguarda l’industria di Prato l’Unione si è dichiarata disponibile a fornire dati, riscontri, simulazioni, proiezioni, tutto quello che può fare un ufficio studi come il nostro, fortemente specializzato e radicato nel territorio.”
“Come ufficio studi ci stiamo occupando di una molteplicità di temi, tutti però coerentemente orientati in un’unica direzione: fornire alle imprese strumenti utili per l’elaborazione delle proprie strategie aziendali e, nello stesso tempo, consentire all’associazione di disporre di solide basi per portare avanti le sue attività di rappresentanza e servizio” spiega Andrea Tempestini, che da vicepresidente dell’Unione ha la responsabilità dell’area studi “Ad esempio abbiamo realizzato uno studio davvero imponente sui bilanci 2007-2011 delle imprese del territorio: 907 imprese, praticamente la totalità di quelle del tessile-abbigliamento e del meccanotessile. Uno studio, e questa è una novità, interamente realizzato dall’Unione e di sua proprietà, utilizzabile per focus specifici sui vari comparti e per fornire alle imprese elementi di benchmark e preziose informazioni. Le difficoltà della nobilitazione, ad esempio, si evidenziano con forza da questi dati e giustificano le richieste di attenzione per questo comparto, su cui imposte come l’Irap e costi energetici pesano con particolare intensità.”
I documenti dell’ufficio studi dell’Unione hanno fornito anche dati clamorosi sulla fiscalità locale. Nell’annunciare una imminente presentazione dell’intero studio realizzato sulla materia, Tempestini ha anticipato il dato relativo all’Imu:
“Bastano i numeri, non servono commenti” ha detto citando lo studio “L’Ici pagata dalle imprese dei comuni di Prato e Montemurlo ammontava nel 2011 a 17,47 milioni. L’Imu pagata nel 2012 è stata invece di 29,85 milioni. Vale a dire che 12,38 milioni milioni in più sono usciti dalle aziende per entrare nelle casse dell’amministrazione centrale e dei comuni. E questo sebbene il comune di Prato abbia limitato al minimo di legge la quota di propria pertinenza.”
Altro punto dolente il credito, per il quale è stato menzionato il dato dei tassi applicati e degli oneri addizionali: ben oltre la metà delle imprese del campione definisce “peggiori” le condizioni praticate.
E’ stato menzionato come prioritario anche il tema dell’export e dell’accesso ai mercati, esemplificando col caso-Cina: nonostante i grandi sforzi fatti ed in atto, le vendite verso la Cina incidono solo per il 3,1% sul totale di Prato.
“Quello della penetrazione in Cina ed in altri mercati emergenti e perfino il mantenimento delle quote su mercati più consolidati non è un problema solo pratese ma dell’intero paese: l’Italia è particolarmente disattenta rispetto alle azioni di supporto all’internazionalizzazione” sottolinea Andrea Cavicchi “Ma anche l’Europa ci mette del suo: solo ora rivendica, ed al momento sono più parole che altro, l’importanza del proprio manifatturiero; però il dossier sull’etichettatura di origine non riesce ad avanzare oltre l’approvazione del Parlamento europeo e la reciprocità nell’accesso ai mercati rimane un miraggio. Su questi temi l’Italia deve spendersi a fondo a livello di istituzioni centrali: non basta l’impegno, pur encomiabile, di alcuni nostri ottimi europarlamentari. Che il manifatturiero, la sua salvaguardia e il suo sviluppo, siano priorità assolute per noi è una certezza: anche il monitoraggio che stiamo conducendo assieme alla Camera di commercio sulla nostra filiera serve ad evidenziare punti di forza e di debolezza e ad orientare interventi per tutelarla. E’ un passaggio obbligato: senza una filiera integra le opportunità di una reale ripresa, quando questa si manifesterà, non potrebbero concretizzarsi”.

29-1-2013

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