Chic cresce e mette a segno un nuovo record

Altro record nel post Covid per Chic, China International Fair, che nella sua ultima edizione, quella primaverile, ha visto arrivare al NECC 165.000 visitatori.

Oltre 1.175 gli espositori per un salone che ha mostrato grande vitalità, sia nei corridoi che tra gli stand, alcuni dei quali veri e propri showroom con sfilate ed eventi seguiti da un pubblico pronto a immortalare tutto con gli smartphone.

Il focus di Chic è stato “Nuovi marchi, nuovi canali, nuova estetica”, un riferimento ai cambiamenti strutturali dell’industria della moda cinese. Una riprogettazione estetica che si è concretizzata anche nell’allestimento dei padiglioni e nell’attività, davvero fervente, soprattutto nei primi due giorni di salone.

Chic marzo 2025

I “piccoli fantasmi” sferici, stilizzati e non (nella foto a lato) hanno accolto i visitatori come metafora delle dinamiche sociali della Generazione Z e come simboli visivi di connessione, comunità e individualità.

“Chic è molto più di una fiera: è l’hub centrale dell’industria della moda in Asia. Il numero record di visitatori di quest’anno conferma il dinamismo del mercato cinese e la sua importanza per i marchi internazionali. La stretta integrazione della vendita al dettaglio offline e online e l’attenzione all’innovazione e alla sostenibilità fanno di Chic una piattaforma indispensabile per il futuro dell’industria della moda globale” ha detto Chen Dapeng, vicepresidente del Consiglio nazionale tessile cinese e presidente dell’associazione nazionale cinese dell’abbigliamento e di Chic, che in un incontro con la stampa internazionale si è soffermato anche su molti altri temi, dall’impatto negativo, anche dal punto di vista dell’immagine per la moda cinese, di piattaforme di vendita online troppo aggressive o poco etiche agli eventuali risvolti in Cina dei dazi americani.

“La fiera ha sempre un valore – ha detto – perché c’è la necessità di guardarci negli occhi. Per questo abbiamo anche portato i nostri brand all’estero, in Italia e Francia, per promuoverli ed al tempo stesso per far capire ai marchi stranieri che devono e possono venire in Cina. Tutto sta cambiando velocemente, il digitale sta aumentando la nostra efficienza. Il mercato cinese sta cambiando; prima erano molto amati i brand del lusso stranieri, anche e soprattutto italiani, ma ora la qualità dei nostri designer è cresciuta e la percezione del bello è cambiata, non solo per il prezzo inferiore. I giovani si sono spostati su brand cinesi”.

Rimangono salde le collaborazioni con altre realtà fieristiche: “Abbiamo lavorato con Igedo e Pitti Immagine – conclude il presidente di Chic – e qui siamo a fianco di Messe Frankfurt perché la Germania è la pioniera delle fiere”.

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Matteo Grazzini
Matteo Grazzini