Cina, l'approdo sicuro dell'export

E' la Cina la destinazione verso la quale l'export varesino ha raggiunto la crescita maggiore nel 2012. Una volta di più il Paese orientale si conferma quindi mercato da seguire con grande attenzione e per questo l'Unione Industriali è pronta ad aprire il secondo fronte del Progetto Internazionalizzazione.
Nei primi sei mesi del 2012 le esportazioni varesine con destinazione la Cina sono cresciute del 12,9%. Un incremento a due cifre che rappresenta un doppio successo per l'industria della provincia: sia per la sua consistenza (143 milioni di euro), sia perché quella del Varesotto è una performance in netta controtendenza rispetto al trend lombardo e nazionale, in calo rispettivamente del 5% e dell'11,6%. Non solo. Le imprese di Varese in Estremo Oriente fanno meglio anche della media generale dell'industria tedesca, che, sempre nello stesso periodo, ha incrementato il proprio export di appena l'1,56%.
Dati che la dicono lunga sulla capacità del sistema produttivo all'ombra delle Prealpi di ritagliarsi nuovi spazi di crescita sul mercato cinese. Una capacità che l'Unione degli Industriali della Provincia di Varese intende sostenere con la seconda fase del Progetto Internazionalizzazione partito a inizio anno con l'obiettivo di aiutare le Pmi del territorio ad aumentare la propria presenza oltre confine, nei Paesi Bric (Brasile, Russia, India e Cina).
Dopo la prima trasferta in Brasile delo scorso ottobre l'Unione Industriali apre il secondo fronte del proprio progetto: quello che guarda, appunto alla Cina, dove è prevista una missione che si svolgerà nella prossima primavera. L'approccio sarà sempre lo stesso, innovativo nelle modalità, come spiegato dal Direttore dell'Unione Industriali, Vittorio Gandini (nella foto), durante un incontro preparatorio e di conoscenza del mercato cinese che si è svolto a Gallarate con il coinvolgimento di numerose imprese: “Con queste missioni vogliamo supportare le imprese che non si sono mai affacciate sui mercati esteri o che su questi mercati sono già presenti, ma si vogliono rafforzare, attraverso la messa a fattor comune delle esperienze di quelle aziende varesine che già hanno investito nei Paesi che visiteremo. Ciò per capire con esempi concreti e casi di successo le migliori stragie di ingresso, gli obiettivi fino ad ora raggiunti oltre confine dalla nostra industria, le difficoltà incontrate e come sono state risolte”.
Nel Progetto Internazionalizzazione il concetto di delocalizzazione, però, è bandito: “Il nostro obiettivo – ha spiegato Gandini – è quello di far crescere le imprese all'estero per creare importanti ricadute locali sul nostro territorio”. Anche perché chi vuole andare a produrre in Cina semplicemente per sfruttare il basso costo del lavoro è fuori dal tempo. “Oggi la Cina – ha spiegato alle imprese varesine il Direttore di Kpmg Italia, Michele Spartà – non punta ad una crescita fine a se stessa, ma a una crescita che punta alla qualità e le strategie delle imprese italiane che vogliono operare in questo mercato devono tenerne conto”. 
Oggi i settori industriali varesini che più esportano in Cina sono quelli della produzione dei macchinari per l'industria (87,8 milioni di euro esportati nei primi sei mesi del 2012), dei mezzi di trasporto (14,3 milioni), del tessile-abbigliamento (12,6 milioni), dei prodotti chimici (10 milioni). Solo tra le imprese associate all'Unione Industriali sono una ventina quelle presenti in Cina con propri stabilimenti produttivi o con uffici commerciali. L'obiettivo è quello di aumentare questo dato puntando sulle opportunità che il Paese offrirà anche nei prossimi anni. Non ultime quelle che si apriranno con il nuovo Piano Quinquennale di Sviluppo della Cina, con cui il governo di Pechino intende far crescere il proprio Pil, non più con l'export, ma con la crescita dei consumi interni e, dunque, con l'aumento dei salari e del potere d'acquisto della popolazione.

11-12-2012

Condividi articolo