Tessuti e congiuntura Como

Como, la stabilità è un segnale positivo

L’Osservatorio del distretto di Como per il mese di marzo ha evidenziato un quadro di sostanziale stabilità per le imprese, sia per la domanda sul mercato domestico che per quello estero.

Immutata per il 51% anche la produzione, scesa invece per il 18,4% ma aumentata per il 30,6%. Ma non mancano le differenze tra tipologie di azienda e settore, con le imprese più grandi che hanno lavorato di più, con le tessili più in sofferenza.

Dinamiche simili anche per il fatturato e per le prospettive future nel trimestre aprile-giugno: per il 45,8% delle imprese non ci saranno variazioni.

Aumentano i costi delle materie prime per un’azienda su tre, così come le fonti di energia.

C’è ancora attenzione riguardo l’applicazione delle misure protezionistiche degli Stati Uniti, acuitesi proprio in questi giorni: oltre una realtà su quattro (28,0%) ritiene che le proprie attività commerciali saranno influenzate in maniera significativa mentre il 36,0% comunica che l’impatto sarà moderato. La “guerra dei dazi” potrebbe quindi generare conseguenze sul tessuto manifatturiero comasco.

“I dati – dichiara il presidente di Confindustria Como, Gianluca Brenna – confermano la stabilità. La tenuta della produzione e della domanda è un segnale positivo, ma non può farci trascurare le criticità come il tessile, che continua a registrare performance inferiori alla media trovandosi ad affrontare sfide significative dovute a nuove abitudini di consumo, in particolare da parte della Cina, che ha spostato gli acquisti sulla produzione interna, e all’aumento dei costi energetici, segno che la transizione in atto richiede strategie di filiera più condivise e investimenti strutturali su innovazione e sostenibilità. Il contesto globale rimane incerto”.

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Matteo Grazzini
Matteo Grazzini